Cronaca
Processo violenze carcere Santa Maria, l’ispettore giustifica gli abusi
																								
												
												
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Il maxiprocesso per le violenze nel carcere di Santa Maria Capua Vetere è iniziato a Napoli, con 105 persone a giudizio tra agenti, funzionari e medici. L’ispettore Salvatore Mezzarano, uno degli imputati chiave, ha reso una testimonianza tesa e ambigua, ammettendo alcuni episodi di violenza ma minimizzandone la portata. “Ho visto frizioni, anche degenerazioni, e una confusione totale”, ha dichiarato Mezzarano, che ha anche ammesso di aver colpito un detenuto sul gluteo e di aver sbattuto un manganello a terra vicino ai piedi di un altro. Tuttavia, ha giustificato i suoi gesti come “dissuasivi” e ha affermato di aver difeso decine di persone.
La sua difesa si basa su un rovesciamento dell’accusa, sostenendo che molti detenuti lo indicarono inizialmente come uno dei più violenti, ma che in realtà lui ha difeso molte persone. Mezzarano ha anche parlato del presunto “depistaggio”, il ritrovamento di bastoni e oggetti offensivi nelle celle, che secondo l’accusa sarebbe servito a giustificare la “perquisizione straordinaria” poi degenerata in violenze. Tuttavia, l’ispettore ha offerto una versione differente, affermando di non aver visto quegli oggetti e che non sono legati al 6 aprile, ma alla protesta dei reclusi della sera precedente.
La testimonianza di Mezzarano ha anche rivelato un messaggio choc ricevuto dalla Commissaria Anna Rita Costanzo, che gli chiedeva di fare cose illecite, come “usare l’olio bollente”. Mezzarano ha confermato la circostanza, affermando di non aver dato seguito a quella richiesta. La sua strategia difensiva si basa su 14 video a supporto, che documentano episodi in cui l’ispettore avrebbe attivamente aiutato le vittime, in alcuni casi frapponendosi fisicamente tra loro e gli agenti esterni.
La testimonianza di Mezzarano lascia aperti molti interrogativi, consegnando alla corte un ritratto complesso e contraddittorio dell’ispettore, che si presenta come carnefice e protettore allo stesso tempo. Il processo continua, con la corte che dovrà valutare le prove e le testimonianze per stabilire la verità sulla violenza nel carcere di Santa Maria Capua Vetere.
