Seguici sui Social

Cronaca

Processo sulle violenze carcerarie in bilico: il sistema rischia il collasso, avvocati locali sul piede di guerra.

Pubblicato

il

Processo sulle violenze carcerarie in bilico: il sistema rischia il collasso, avvocati locali sul piede di guerra.

#TerremotoGiudiziario a Santa Maria Capua Vetere: il processo per violenze in carcere rischia di crollare all’ultimo round #GiustiziaInT Audrey #CarcereSammaritano

Qui a Santa Maria Capua Vetere, dove le mura del carcere sono da sempre un simbolo di tensioni represse e storie mai del tutto raccontate, un improvviso scossone giudiziario sta mettendo a repentaglio uno dei processi più delicati della nostra terra. Stiamo parlando del maxi-procedimento sulle violenze subite dai detenuti il 6 aprile 2020, un caso che ha esposto al grande pubblico le ombre più cupe del sistema penitenziario italiano, e che ora rischia di tornare indietro di tre lunghi anni di dibattimenti.

Al centro di questa bufera c’è la decisione della Corte di Appello di Napoli di non rinnovare l’incarico al presidente del collegio, Roberto Donatiello, proprio quando il processo era a un passo dalla conclusione. Immaginatevi la scena: 105 imputati – tra agenti di Polizia Penitenziaria, funzionari del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e medici – seduti in aula bunker, con migliaia di pagine di atti e testimonianze pronte per l’ultimo verdetto. E invece, ecco che tutto si ferma. Al suo posto, subentra la giudice Claudia Picciotti, che oggi si è limitata a fare l’appello e a rinviare l’udienza al 24 novembre. Come un cronista del posto, vi dico che questa mossa non è solo una formalità burocratica, ma un potenziale disastro: un nuovo magistrato dovrà immergersi in un mare di documenti, e il rischio concreto è che l’intera fase dibattimentale vada persa, lasciando impantanato un caso che urla giustizia da troppo tempo.

Quello che brucia di più, e che fa discutere nei corridoi del nostro tribunale – dove tutti si conoscono e le chiacchiere volano veloci – è la disparità di trattamento. Donatiello era stato assegnato a Napoli già nel 2024, ma aveva proseguito il suo ruolo qui grazie a un’applicazione temporanea. Eppure, mentre lui viene “tagliato fuori”, il pubblico ministero Alessandro Milita continua tranquillamente il suo lavoro, nonostante sia stato nominato procuratore aggiunto a Napoli. Domanda lecita, e che riecheggia tra noi locali: perché questa differenza? Sembra quasi che il sistema giochi con regole diverse a seconda dei ruoli, una cosa che, da chi vive queste dinamiche giorno dopo giorno, appare non solo ingiusta, ma anche un affronto alla credibilità della giustizia sul territorio.

La reazione dei difensori è stata immediata e unita, come spesso accade in queste parti quando si toccano nervi scoperti. Gli avvocati hanno snobbato un incontro chiarificatore con il presidente del Tribunale e la Procura, considerandolo inutile senza spiegazioni ufficiali. Invece, la Camera Penale, guidata da Alberto Martucci, ha annunciato l’astensione dalle udienze proprio per il 24 novembre, il giorno del ritorno in aula. È una mossa che sa di protesta vera, di quelle che mettono i bastoni tra le ruote al meccanismo giudiziario per far sentire la voce del territorio.

Come qualcuno qui ha confidato, off the record: “Sarebbe stato molto utile conoscere le motivazioni del provvedimento di revoca”, ha dichiarato l’avvocato Martucci. “Una scelta presa a pochi mesi dalla fine del processo desta profonda preoccupazione e ci lascia interdetti”. Parole che pesano come macigni, e che riflettono il malessere diffuso: in una città come la nostra, segnata da anni di polemiche sul sistema carcerario, questa vicenda non è solo un intoppo legale, ma un segnale di quanto la giustizia possa essere fragile e soggetta a venti improvvisi. Se non si risolve presto, potrebbe essere l’ennesimo capitolo di una storia che si prolunga all’infinito, lasciando ombre su chi merita risposte.

Continua a leggere

Questo sito web non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità.
Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001.
Alcuni contenuti sono generati attraverso una combinazione di una tecnologia proprietaria di IA e la creatività di autori indipendenti.
Per contatti [email protected]