Cronaca
Premio Landolfo: tra amianto e Terra dei Fuochi, un tributo alle storie vere che sfidano il nostro territorio inquinato. (98 caratteri)
Dal veleno dell’amianto alla rinascita campana: il giornalismo che smuove le coscienze nel nostro Sud #PremioLandolfo #GiornalismoNapoli #TerraDeiFuochi
Qui a Napoli, dove le storie di inquinamento e riscatto si intrecciano come le strade del centro storico, il quattordicesimo Premio di Giornalismo “Francesco Landolfo” torna a illuminare le ombre del nostro territorio. È un evento che, come sempre, non si limita a premiare i fatti, ma ci spinge a riflettere su come il giornalismo possa essere una vera sentinella per la Campania, un watchdog che denuncia le piaghe croniche e celebra le scintille di speranza. Organizzato per martedì 18 novembre alle 11 nella storica sede dell’Istituto di Cultura Meridionale a Palazzo Arlotta, questo premio è un appuntamento che i napoletani sentono proprio, perché parla direttamente delle nostre battaglie quotidiane contro l’amianto e la Terra dei Fuochi, ma anche delle nostre piccole vittorie nell’innovazione e nella rinascita.
Come un cronista che ha calcato queste strade per anni, non posso fare a meno di notare quanto sia toccante quest’edizione, dedicata in parte alla memoria di Fabio Postiglione, quel giornalista instancabile del Corriere della Sera e de Il Roma, scomparso troppo presto dopo 18 anni di inchieste che hanno scosso la città. Sarà un momento di emozione condivisa, con ospiti come il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Bartoli, e la segretaria generale della FNSI, Alessandra Costante, a sottolineare l’importanza di un giornalismo rigoroso e coraggioso. Qui da noi, dove ogni notizia può accendere dibattiti accesi nei bar o sui social, questi riconoscimenti non sono solo premi: sono un segnale che qualcuno sta ascoltando le urla silenziose delle nostre periferie.
I vincitori, selezionati per il loro impatto sociale, raccontano una Campania a più facce, quella che fa male e quella che ispira. Nella categoria della carta stampata, ad esempio, spicca l’inchiesta coraggiosa di Giulia Di Leo per La Stampa, “Amianto, la strage infinita. E i nuovi malati sono sempre più giovani”, un lavoro che, come tanti di noi sanno bene, non fa che confermare quanto l’amianto continui a mietere vittime nel nostro hinterland, con effetti devastanti su generazioni sempre più giovani. A pari merito, il progetto “SalvaTerra” di Francesco Parrella per Corriere Extra ci ricorda che la Terra dei Fuochi non è solo un’emergenza, ma un tradimento continuo al nostro suolo fertile, un tema che qui a Napoli e provincia risuona come un’eco dolorosa nelle nostre comunità.
Passando al radio-televisivo, premi come quello a Andrea Ruberto per “La beffa della Terra dei Fuochi” su Fuori dal coro di Rete Quattro e a Rossella Strianese per “Il mare negato di Napoli est: sognando l’eterna bonifica” sul Tg news di Ottochannel, evidenziano come il nostro giornalismo stia ancora lottando contro promesse non mantenute e inquinamenti cronici. È frustrante, da locale, pensare a quanto queste storie siano radicate nella nostra realtà: Napoli est, con il suo mare “negato”, è un simbolo di speranze tradite, e programmi come questi non fanno che rafforzare il nostro spirito critico verso chi dovrebbe intervenire. Sul web, invece, Giorgia Colucci con il suo servizio sull’imprenditoria femminile in agricoltura per Il Sole 24 Ore e Giulia Martelli con “Che rumore fa la biodiversità?” per Arpa Campania Ambiente portano una nota di ottimismo, mostrando come, nonostante tutto, il nostro Sud stia provando a innovare e a proteggere ciò che resta della nostra biodiversità.
Non va dimenticato il giornalismo di comunità, rappresentato dalla Targa Gianpaolo Necco assegnata a Efrem Tassinato per Wigwam News, un riconoscimento che, a mio avviso, celebra quelle voci di base che spesso sono le prime a denunciare le storture locali. E le quattro menzioni speciali della giuria, dedicate a storie di volontariato, parchi e eccellenze enogastronomiche, dipingono un quadro più completo del nostro territorio: un Sud che, tra le cicatrici dell’inquinamento, coltiva ancora passione e resilienza. Promosso dal quotidiano Roma, dall’Ordine dei Giornalisti della Campania, dal Sindacato Unitario Giornalisti della Campania e dall’Arga Campania, questo premio non è solo un evento: è un omaggio duraturo a Francesco Landolfo, quel segretario dell’Ordine regionale scomparso nel 2006, e a Gianpaolo Necco, il visionario che ha rilanciato l’Arga. In un’epoca in cui il giornalismo locale è sotto pressione, iniziative come questa ricordano a tutti noi napoletani che la verità, raccontata con impegno, è l’unica via per un vero cambiamento.
