Cronaca
Pippo Baudo: eredità da 10 milioni in stallo, a tre mesi dal testamento ancora nessun erede si fa avanti. Che succede davvero dietro le quinte?
Il mistero dell’eredità di Pippo Baudo: a tre mesi dall’apertura, ancora ombre sul lascito
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A più di tre mesi dall’apertura del testamento di Pippo Baudo, il celebre conduttore che ha segnato la storia della televisione italiana resta al centro di un intrigante rompicapo successorio, che come cronista locale mi porta a riflettere su quanto le eredità possano rivelarsi labirinti burocratici, specie per icone del nostro territorio. Qui, dove le dinamiche familiari spesso si intrecciano con questioni di prestigio e tradizione, questo stallo non sorprende del tutto, ma solleva domande su come la fama nazionale si scontrParagraphi con la realtà locale.
Come chi vive queste storie da vicino, so bene quanto Bracciano, con il suo notaio Renato Carraffa che il 9 settembre ha dato il via alle procedure, rappresenti un crocevia di vecchie abitudini e moderni contenziosi. Eppure, da quel giorno, tutto sembra bloccato: nessuno dei principali eredi designati ha formalizzato l’accettazione del lascito, lasciando l’intera faccenda in un limbo che alimenta pettegolezzi nei caffè e sui social del posto. “Pippo nazionale”, come era affettuosamente noto, non meritava forse una chiusura più rapida per un’eredità che simboleggia una carriera leggendaria?
Al cuore di questo ritardo ci sono i tre beneficiari: la figlia Tiziana, nata nel 1970 dal matrimonio con Angela Lippi; Alessandro, riconosciuto ufficialmente nel 1996 e frutto di una relazione con Mirella Adinolfi; e Dina Minna, la discreta assistente che per anni è stata l’ombra fidata del conduttore. In un territorio come il nostro, dove i legami familiari sono sacri, è facile immaginare che le esitazioni nascano da calcoli accurati, forse dettati da una diffidenza tipica di chi conosce le trappole delle successioni. Ma qui, lo spiegamento di beni pare insufficiente: il patrimonio stimato si aggira intorno ai 10 milioni di euro, una cifra che, stando alle fonti, risulta “non congrua” rispetto a decenni di prime serate, Sanremo e contratti d’oro con la Rai.
Da un giornalista locale come me, che ha visto nascere fortune e rovine nelle nostre comunità, questo divario tra aspettative e realtà suona come un campanello d’allarme. Prendiamo ad esempio la parte immobiliare, quantificata in oltre 6 milioni di euro: quattro proprietà nel centro di Roma, su via della Vite; un ufficio di sette vani in via della Giuliana; e quei 17 terreni sparsi tra Noto, Siracusa – terre siciliane che Baudo portava nel cuore – e Fiano Romano. Senza dimenticare la villa di Torre delle Stelle in Sardegna, comprata durante la storia con Katia Ricciarelli e venduta nel 2018. È un ritratto di ricchezza che evoca nostalgia, ma che, come spesso accade nei nostri paesini, potrebbe nascondere complicazioni tra liquidità, investimenti e magari qualche debito dimenticato.
In un contesto ordinario, l’accettazione di un’eredità non richiederebbe tanto tempo, eppure qui l’immobilismo perdura, spingendomi a commentare con spirito critico: è solo una verifica meticolosa, o c’è sotto qualcosa di più torbido, come dispute familiari o revisioni peritali? Nei circoli locali, dove Baudo era un simbolo di orgoglio siculo-romano, questa attesa alimenta chiacchiere su potenziali contestazioni, riflettendo quanto la celebrità possa trasformare un semplice testamento in un dramma sociale. Gli eredi, per ora, mantengono un silenzio assoluto, senza mosse pubbliche per chiarire il quadro.
Mentre la nebbia persiste, questo caso mi fa riflettere su come, nel nostro amato territorio, figure come “Pippo nazionale” lascino eredità non solo materiali, ma anche di interrogativi etici e culturali, ricordandoci che dietro il sipario della TV c’è sempre una trama più umana e complicata.
