Cronaca
Pendolari in allarme: Circumvesuviana bloccata 24 ore dallo sciopero del personale, ennesimo disagio per la quotidianità locale.
Sciopero Circumvesuviana: Napoli si prepara a un’altra giornata di caos sui binari! #TrasportiNapoli #PendolariInAgitazione #VesuvioMobilità
I pendolari e gli studenti della provincia di Napoli sanno fin troppo bene cosa significa un giorno di sciopero della Circumvesuviana: un mix di corse saltate, orari sballati e corse all’impazzata verso alternative imprevedibili, in una città dove il trasporto pubblico è già un terno al lotto. Domani, mercoledì 12 novembre, l’Ente Autonomo Volturno (Eav) dovrà fare i conti con un nuovo stop di 24 ore, proclamato dal sindacato Confail, che mette di nuovo sotto i riflettori le fragilità di un servizio vitale per migliaia di persone che ogni giorno uniscono il capoluogo ai comuni vesuviani e costieri.
Questa agitazione, come tante altre nei mesi passati, nasce da lamentele interne all’azienda, con il personale viaggiante che denuncia un’organizzazione sempre più traballante. Non è una novità per chi vive qui: i treni della Circumvesuviana sono spesso il filo che tiene insieme famiglie, lavoro e scuola in un territorio come quello vesuviano, dove alternative come bus o auto private significano code infinite e inquinamento extra. Eppure, ogni sciopero sembra un déjà-vu, con i cittadini che pagano il prezzo di dispute che, alla fine, riguardano tutti noi.
A ufficializzare la notizia è stata la stessa Eav, che in una nota ha precisato le criticità in arrivo. “Il giorno 12 novembre 2025 è stato proclamato uno sciopero aziendale di 24 ore da parte della Confail, che interesserà il solo personale viaggiante delle linee vesuviane per problematiche di organizzazione aziendale.” Questo stop totale potrebbe causare cancellazioni e ritardi su tutte le tratte, un mese dopo l’ultimo episodio del 13 ottobre, quando lo stesso sindacato aveva fermato i treni per sole quattro ore, con un’adesione del 29,9%. Stavolta, però, è tutta un’altra storia: senza garanzie per l’intera giornata, eccetto le fasce protette.
Per mitigare i disagi, saranno garantite le corse nelle ore di punta: dalle 5.30 alle 8.30 del mattino e dalle 16.30 alle 19.30 del pomeriggio. Fuori da questi slot, chi deve raggiungere Pompei, Sorrento o i centri dell’hinterland si troverà probabilmente a piedi, o meglio, in balia di bus affollati o taxi introvabili. È un invito implicito a tutti noi napoletani: controllate gli orari in anticipo e preparatevi a piani B, magari condividendo un passaggio o ricorrendo alla bici – anche se, con il traffico delle nostre strade, è una scommessa.
Come cronista che vede questi problemi da vicino, non posso fare a meno di riflettere su quanto questo sciopero sia sintomo di un malessere più profondo. Turni estenuanti, carenze di personale e una disorganizzazione cronica non sono solo dati su un foglio: sono la realtà quotidiana di chi lavora sui treni e, di conseguenza, di chi li usa. Qui, nel cuore del Vesuvio, dove il trasporto locale è essenziale per l’economia turistica e per le famiglie che pendolano tra città e provincia, questi stop ripetuti non fanno che amplificare le disuguaglianze. I pendolari, studenti in primis, finiscono per subire ritardi che si trasformano in ore perse al lavoro o a scuola, mentre l’azienda e i sindacati continuano a battibeccare. È una spirale che, se non affrontata con urgenza, rischia di rendere il nostro trasporto pubblico non solo fragile, ma irrilevante.
In una Napoli che aspira a essere più vivibile e connessa, eventi come questo ci ricordano che il vero nodo sta nel bilanciare le esigenze dei lavoratori con quelle della comunità. Domani, mentre molti di noi navigheranno nel caos, speriamo che questo sciopero serva da campanello d’allarme per cambiamenti concreti, prima che i disagi diventino la norma.
