Cronaca
Nuova tragedia sul lavoro: operaio di Eboli decede al Cardarelli dopo ustioni gravi.
Dolore a Eboli: la morte di un operaio nel rogo che riaccende l’allarme sicurezza #Eboli #LavoroSicuro #Infortuni
Eboli, una cittadina del Salernitano dove la vita quotidiana si intreccia con i campi e le serre di fiori, è di nuovo scossa da una tragedia che colpisce dritto al cuore. Un operaio di 35 anni, arrivato dal Marocco per rincorrere un’opportunità in un’azienda florovivaistica del rione Prato, è deceduto all’ospedale Cardarelli di Napoli dopo aver passato tre giorni in un’agonia straziante. Questa perdita non è solo un fatto di cronaca: è un monito per tutti noi che viviamo qui, dove il lavoro nei campi è pane quotidiano, ma troppo spesso sottovalutiamo i rischi che nasconde.
L’incidente è avvenuto lo scorso giovedì, mentre l’uomo era impegnato in un’attività apparentemente routine: la bruciatura di scarti vegetali. Senza preavviso, le fiamme sono divampate in modo incontrollato, inghiottendolo in un inferno che gli ha procurato ustioni di terzo grado su più dell’80% del corpo. Immaginatevi la scena: un’area verde trasformata in un campo di battaglia, con i colleghi che accorrono disperati. È stato subito trasportato all’ospedale di Battipaglia per le prime cure, ma le sue condizioni erano così critiche da richiedere un trasferimento d’urgenza al Centro Grandi Ustionati del Cardarelli, dove i medici hanno combattuto una battaglia persa contro complicazioni sistemiche.
Qui a Eboli, dove le famiglie come la sua contribuiscono al tessuto economico locale, questa morte lascia un vuoto che va oltre la famiglia diretta. La comunità, già sensibilizzata da episodi simili, sta reagendo con un misto di rabbia e riflessione: quante volte abbiamo visto queste storie ripetersi nei nostri dintorni agricoli? I Carabinieri della Compagnia locale sono al lavoro per chiarire la dinamica, analizzando i protocolli di sicurezza dell’azienda, le attrezzature usate e le testimonianze, alla ricerca di eventuali violazioni o negligenze che potrebbero aver giocato un ruolo fatale.
Non possiamo ignorare il contesto più ampio, che come cronista del territorio vedo tutti i giorni: in Italia, gli infortuni sul lavoro continuano a mietere vittime, con oltre 1.000 decessi registrati dall’INAIL solo nel 2024. Nel nostro settore florovivaistico, dove il ritmo è frenetico e le risorse spesso limitate, la prevenzione e la formazione non sono solo slogan, ma urgenze reali. La Procura di Salerno ha già aperto un fascicolo per lesioni colpose aggravate, in attesa dell’autopsia che potrebbe svelare ulteriori dettagli. Intanto, i sindacati del posto non perdono tempo: annunciano una giornata di lutto e una serie di iniziative per spingere su controlli più stringenti e consapevolezza.
Come chi vive e racconta questa terra, mi chiedo quanto ancora dovremo piangere prima che cambino le cose. Eboli è un posto di lavoratori onesti, ma anche di troppe lacune nei sistemi di protezione. Questa tragedia non è solo un lutto: è un campanello d’allarme per tutti noi, affinché il prossimo rogo non diventi un’altra statistica.
