Cronaca
Nel nostro territorio, incredibile raggiro: per tre anni si finge la madre defunta per incassare la pensione. (82 caratteri)
Un dramma umano a Borgo Virgilio: travestirsi per una pensione, ma la verità emerge dal buio #Mantova #CronacaLocale #SolitudineAnziani
Nel cuore del Mantovano, dove le campagne si intrecciano con la vita quotidiana di piccoli centri come Borgo Virgilio, una storia che mescola disperazione e ingegno distorto ha sconvolto la comunità, rivelando quanto profonda possa essere la solitudine nelle nostre periferie. Come cronista locale, cresciuto tra queste strade, non posso fare a meno di riflettere su come eventi del genere non siano solo fatti di cronaca, ma specchi di una società che spesso ignora i segnali di crisi.
Immaginatevi uno scenario quasi kafkiano: un infermiere di 57 anni, figura solitamente associata a cura e aiuto, che per tre anni ha nascosto il corpo della propria madre in cantina, permettendogli di mummificarsi, pur di continuare a intascare la sua pensione. È quanto è emerso dalle indagini della Polizia locale, che hanno portato alla luce questa inquietante routine. Non si tratta solo di un atto estremo, ma di un sintomo di come, in zone come il nostro Mantovano, la precarietà economica e l’isolamento possano spingere individui a scelte impensabili, lontano dagli occhi dei vicini e delle istituzioni.
Tutto è iniziato quando l’uomo si è presentato all’Ufficio anagrafe, travestito da donna con abiti femminili, parrucca e trucco, nel disperato tentativo di rinnovare la carta d’identità della madre, deceduta già da tempo. Come qualcuno che conosce bene queste dinamiche burocratiche locali, so quanto gli sportelli comunali possano essere un crocevia di vite ordinarie, ma qui l’impiegato ha fiutato qualcosa di strano, riconoscendo l’uomo sotto il disguise. Invece di intervenire subito, ha fissato un secondo appuntamento, allertando discretamente le forze dell’ordine – una mossa saggia, che evita il panico ma accelera la giustizia.
Al secondo incontro, la trappola si è chiusa: gli agenti erano lì ad attendere, e l’uomo, resosi conto di essere stato smascherato, ha accusato un malore, finendo in pronto soccorso. Intanto, una pattuglia si è recata a casa sua, dove in cantina hanno rinvenuto il corpo mummificato della madre. Le prime valutazioni del medico legale indicano che la donna è morta nel 2022 per cause naturali, ma gli investigatori stanno approfondendo ogni dettaglio per capire come e perché questa tragedia è rimasta nascosta per così tanto.
Da abitante di queste parti, mi chiedo: quanta solitudine deve aver avvolto questa famiglia? Il Mantovano, con i suoi ritmi lenti e le sue comunità un tempo coese, sta affrontando una silenziosa epidemia di isolamento, aggravata da tagli ai servizi sociali e da una pensione che, per molti, è l’unica rete di sicurezza. L’uomo è ora indagato per occultamento di cadavere, truffa all’INPS, sostituzione di persona e falso ideologico, mentre le autorità ricostruiscono i flussi finanziari di questi tre anni. Non è solo una questione di leggi violate, ma di come la disperazione possa corrodere i legami familiari, trasformando una casa in un nascondiglio di segreti.
Questa vicenda, destinata a echeggiare nei caffè e nelle piazze del nostro territorio, ci spinge a un esame di coscienza collettivo. Dobbiamo chiederci se, tra le bellezze rurali del Mantovano, stiamo facendo abbastanza per supportare chi è ai margini, prima che storie come questa diventino la norma. È un richiamo crudo alla realtà, un monito che la solitudine non è solo un problema individuale, ma un fallimento della comunità intera.
