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Cronaca

Nel Nolano, sgominata l’ennesima banda che smontava auto rubate: 20 indagati a Ottaviano e Marigliano.

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Nel Nolano, sgominata l’ennesima banda che smontava auto rubate: 20 indagati a Ottaviano e Marigliano.

#OperazioneDemolizione: Un duro colpo al racket delle auto rubate nel Vesuviano, dove il business illegale morde l’economia locale! #Vesuviano #CarabinieriNola #Anticrimine

Nel cuore del Vesuviano, terra di contraddizioni dove la vitalità quotidiana si mescola con ombre criminali, i Carabinieri di Nola hanno inferto un colpo significativo al mercato nero delle auto, rivelando una volta di più quanto queste attività illegali siano intrecciate alla nostra realtà locale. Come chi vive qui sa bene, non si tratta solo di furti e riciclaggi, ma di un tessuto sotterraneo che erode la fiducia nelle istituzioni e alimenta un’economia parallela a danno delle famiglie oneste.

Questa mattina, i militari hanno dato esecuzione a un’ordinanza cautelare emessa dal Gip del tribunale di Nola, su impulso della Procura, mettendo in moto una rete di misure che coinvolge 26 soggetti. Tra questi, si contano 9 obblighi di firma, 11 divieti di dimora nei Comuni interessati, e un individuo già detenuto, tutti residenti nell’area vesuviana della provincia di Napoli. È un passo che, da cronista del posto, non posso che leggere come un segnale di discontinuità, anche se la storia ci insegna che queste organizzazioni sono come erbacce: tagliate una, e altre spuntano.

L’operazione, battezzata “Demolizione”, nasce dalle meticolose indagini della Stazione Carabinieri di Palma Campania, rafforzate da intercettazioni e tecniche avanzate, che hanno esposto i meccanismi di un sistema criminale profondamente radicato. I 20 indagati, tutti locali, sono accusati di riciclaggio e ricettazione in concorso, con la ricostruzione di 19 casi di riciclaggio e un impressionante numero di 45 episodi di ricettazione, legati a 19 autovetture di dubbia provenienza. Qui nel Vesuviano, dove i legami comunitari possono trasformarsi in reti illecite, l’organizzazione si divideva in due gruppi dominanti, uno a Ottaviano e l’altro a Marigliano, operando con una spregiudicatezza che fa riflettere sul declino dei valori locali.

Il loro metodo era brutale e efficiente: rubavano veicoli in province vicine come Napoli, Salerno e Benevento, per poi “cannibalizzarli” in depositi nascosti, veri e propri antri di smontaggio che fungevano da officine fantasma. In questi luoghi, le auto venivano dissassemblate e i pezzi reinseriti in un mercato nero fiorente, dove ricettatori disposti a pagare cifre elevate garantivano lo smaltimento rapido. Come osservatore del territorio, mi chiedo quante volte abbiamo ignorato segnali di questo “macabro puzzle” sotto i nostri nasi, un business che, secondo le stime investigative, generava circa 60.000 euro al mese – una somma che, se reinvestita onestamente, potrebbe rivitalizzare le nostre economie locali invece di avvelenarle.

Le indagini non si sono limitate a smascherare la filiera: hanno già prodotto risultati concreti, con il recupero e il sequestro di numerosi componenti di auto illecite, nonché il deferimento di trasportatori complici. A questo si aggiunge il sequestro di un’officina abusiva, il cui gestore è stato accusato anche di gestione illecita di rifiuti, un dettaglio che sottolinea la doppia minaccia di questi racket. Non è solo un problema di sicurezza, ma un affronto ambientale e sociale che, qui nel Vesuviano, aggrava le sfide quotidiane di chi combatte per un territorio più pulito e sostenibile.

In sintesi, l’operazione “Demolizione” non è solo un intervento repressivo, ma un promemoria per la nostra comunità: la criminalità organizzata prospera nell’ombra delle disuguaglianze, e solo con un impegno condiviso possiamo spezzare questi meccanismi. È un inizio promettente, ma come chi conosce queste strade sa, la vera vittoria sarà quando queste storie smetteranno di ripetersi.

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