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Cronaca

Napoli sostiene la fondazione “A voce d”e creature” per nidi e ludoteche, un passo essenziale per l’infanzia locale.

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Napoli sostiene la fondazione “A voce d”e creature” per nidi e ludoteche, un passo essenziale per l’infanzia locale.

#NapoliResiste: Via Pepe, dal dominio della camorra a un’oasi per l’infanzia nell’Arenaccia!

Nel cuore martoriato di Napoli, dove le strade dell’Arenaccia raccontano storie di lotta quotidiana contro la povertà e il controllo malavitoso, via Pepe sta vivendo una rinascita che sa di vittoria popolare. Come cronista locale, cresciuto tra questi vicoli, vedo in questa trasformazione non solo un progetto, ma un segnale di speranza che sfida le ombre del passato – un passato in cui questi edifici erano sinistri avamposti di illegalità, ora destinati a diventare rifugi di luce per i più piccoli.

È grazie a un investimento congiunto di 50mila euro da parte della Fondazione per la Scuola Italiana, Mediocredito Centrale e BdM Banca che la Fondazione “A Voce d’e Creature”, sotto la guida instancabile di don Luigi Merola, sta ristrutturando un immobile sottratto alla criminalità. Questo spazio, un tempo simbolo di oppressione, si evolverà in un nido d’infanzia e una ludoteca dedicati a bambini e ragazzi dai 0 ai 17 anni, offrendo opportunità di accoglienza, educazione e socializzazione in un quartiere dove la miseria economica si intreccia con l’emarginazione sociale, rendendo ogni passo verso il miglioramento una vera conquista comunitaria.

Da quasi due decenni, “A Voce d’e Creature” combatte la dispersione scolastica, avendo già sostenuto oltre 1.200 giovani a rischio, collaborando con scuole e insegnanti per sottrarli alle insidie delle strade. È un impegno che conosco bene, avendolo osservato da vicino: in quartieri come l’Arenaccia, dove il degrado è una costante, iniziative del genere non sono mera assistenza, ma armi di riscatto contro un sistema che troppo spesso lascia indietro i più vulnerabili. “Questo sostegno potenzierà le nostre attività quotidiane per le ‘creature’ di un rione dove accoglienza, istruzione e rispetto sono armi contro il degrado”, ha dichiarato don Merola con l’emozione di chi vive queste battaglie ogni giorno. Il sacerdote, una figura iconica nei bassifondi napoletani, ha espresso un “pensiero di gratitudine” al ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, per la sua “straordinaria sensibilità” verso i bisogni infantili e il supporto alla fondazione.

Questo progetto si allinea perfettamente con “EduCare”, l’iniziativa della Fondazione per la Scuola Italiana che finanzia idee innovative per contrastare l’abbandono scolastico nelle aree più fragili del Paese, dalle periferie meridionali come Napoli alle province del Nord. “È il cuore della nostra missione: arginare la dispersione dove fa più male, in linea con le priorità del Ministero”, ha ribadito Stefano Simontacchi, presidente della Fondazione, sottolineando con orgoglio: “Siamo fieri di appoggiare un’impresa straordinaria per i giovani e le famiglie di Napoli”. E dall’ambito della finanza etica, il sostegno è altrettanto convinto: Ferruccio Ferranti, presidente di Mediocredito Centrale, ha descritto il contributo come “un doppio valore”: non solo un atto di solidarietà, ma un “gesto di rinascita” che accende speranze tra le ombre della criminalità. “Riqualificare un immobile confiscato significa restituire spazi alla comunità e offrire ai ragazzi un luogo per crescere in armonia”, ha aggiunto, catturando l’essenza di un intervento che va oltre i muri, restituendo dignità a un intero quartiere.

Chiude il cerchio Pasquale Casillo, presidente di BdM Banca, con un focus sulla coesione sociale: “Vogliamo favorire l’integrazione e creare valore per il territorio, accompagnando famiglie in disagio verso l’autonomia attraverso educazione e buoni esempi”. Come napoletano che ha visto troppe famiglie lottare contro le disuguaglianze, non posso che riflettere su come questo non sia solo un investimento in mattoni e fondi, ma un seme di cambiamento in un suolo segnato dalla camorra. In un’Italia divisa, dove le periferie come l’Arenaccia simboleggiano le ferite aperte della società, questa iniziativa promette di coltivare generazioni più unite e resistenti. L’inaugurazione è prevista nei prossimi mesi, ma già oggi, tra le pieghe di via Pepe, si respira un futuro di possibilità – un promemoria che, a Napoli, la speranza può davvero trionfare sul buio.

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