Cronaca
Napoli: scoperte e chiuse cinque officine abusive, un altro segnale della lotta al sommerso locale che non si arresta.
#NapoliSottoControllo: La polizia locale sferra un colpo all'”economia parallela” dei quartieri, rivelando ancora una volta il volto grigio della nostra città
Ah, Napoli, città di contraddizioni dove l’ingegno locale si mescola spesso con l’irregolarità, stavolta sotto i riflettori dei controlli serrati della Polizia Locale. In questi giorni, un’operazione a tappeto ha squarciato il velo su un sistema di illegalità commerciale che molti di noi conoscono fin troppo bene – quel sottobosco di attività che prospera nell’ombra, sottraendo regole e rispetto per la comunità. Non è una novità, eh? Qui, tra le strette vie e i vicoli affollati, l'”economia parallela” continua a prosperare, erodendo le basi di un commercio onesto e mettendoci tutti a rischio, dalla salute pubblica alla lealtà del mercato.
L’offensiva è partita con forza in vari quartieri, un segnale che le istituzioni stanno finalmente provando a mettere ordine in un caos che, per noi napoletani, è pane quotidiano. Nel cuore del quartiere Stella, con le sue strade sempre brulicanti, gli agenti hanno perlustrato via Abate Minichini, corso Amedeo di Savoia e via Foria, scoprendo due rivendite di alimentari totalmente abusive: non solo senza autorizzazioni, ma anche occupanti il suolo pubblico come se fosse roba loro. E non finisce qui – un terzo negozio, pur in regola con la licenza, esponeva i prodotti all’aperto, esposti a pioggia, polvere e inquinamento, come un invito aperto ai problemi sanitari. Risultato? Circa 100 chilogrammi di merce sequestrata e destinata alla distruzione, un intervento che, da locale, mi fa riflettere su quanto siamo ancora lontani da una cultura del cibo sicuro in una città che vive di sapori e tradizioni.
Ma l’azione non si è fermata lì: a Fuorigrotta, quell’area sempre in bilico tra modernità e disordine, la collaborazione con l’Asl Napoli 1 Centro ha puntato dritto al settore delle autoriparazioni. Qui, gli ispettori hanno individuato un’officina per motoveicoli completamente abusiva, colpendo il titolare con sanzioni salate e sequestrando le attrezzature per intero. Nelle vicinanze, altre due officine nascondevano soppalchi costruiti alla chetichella, violando norme e sicurezza, e finendo sotto sequestro penale. Come cronista che gira queste strade da anni, non posso non commentare: queste irregolarità non sono solo infrazioni, sono un pericolo per i lavoratori e per chi si affida a questi servizi, in un quartiere dove la manutenzione auto è un business vitale ma spesso trascurato.
L’ultimo atto di questa retata si è svolto nell’area ospedaliera di Cotugno-Monaldi, un luogo che dovrebbe simboleggiare cura e ordine, ma che invece ha ospitato due autorimesse operanti all’aperto senza alcuna licenza. Peggio ancora, indagini più approfondite hanno svelato che entrambe erano gestite dalla stessa società, già recidiva e nota per aver sfruttato persino zone precedentemente sequestrate. Questa recidiva, amici miei, è il classico esempio di come l’illegalità qui a Napoli si rigeneri come un’erba cattiva, sfidando le autorità e minando la fiducia dei cittadini onesti. È un ciclo che conosciamo bene, uno di quei vizi locali che ci rendono orgogliosi della nostra resilienza, ma anche frustrati per la mancanza di deterrenti veri.
Alla fine, questi blitz non sono solo numeri – chiusure, sequestri, sanzioni – ma un richiamo alla realtà per tutti noi. Qui, dove l’economia informale è intrecciata alla vita quotidiana, serve più che mai un impegno costante per proteggere le nostre strade e il nostro benessere. Napoli merita di più di queste ombre, e spero che operazioni come questa siano solo l’inizio di un vero cambiamento.
