Cronaca
Napoli piange lo studente perso nel crollo della Galleria Umberto: Cassazione fissa udienza per il 13 febbraio.
#NapoliPiangeAncora: Dodici Anni di Lotte per Giustizia dopo la Tragedia della Galleria Umberto
In una città come Napoli, dove il patrimonio storico è intrecciato con le vite quotidiane, la morte di un ragazzo sotto un frammento di bellezza decaduta non è solo un incidente, ma un monito perenne sui nostri ritardi nel curare ciò che ci rende unici. Questa storia, che ho seguito da vicino come chi vive questi vicoli e sa quanto la Galleria Umberto sia più di un monumento, ci spinge a riflettere su come la burocrazia possa trasformare una tragedia in un’agonia infinita. #GiustiziaANapoli #MemoriaUrbana
Il dramma iniziò nel cuore della città, in quel 5 luglio 2014, quando un pezzo di fregio si staccò dalla facciata della Galleria Umberto I, colpendo mortalmente alla testa un giovane studente di 14 anni, Salvatore Giordano, che stava semplicemente trascorrendo del tempo con gli amici all’ingresso da via Toledo. Trasferito d’urgenza in ospedale in condizioni disperate, il ragazzo spirò quattro giorni dopo, il 9 luglio, scatenando una catena di eventi giudiziari che ha esposto le crepe non solo nelle strutture antiche, ma anche nel sistema che dovrebbe proteggerci.
Come cronista locale, conosco bene quanto Napoli sia piena di simboli come la Galleria, un’icona liberty che attira turisti e residenti, eppure troppo spesso trascurata per mancanza di fondi o controllo. Il processo di primo grado, affidato al giudice monocratico Barbara Mendia, si concluse nel settembre 2022 con condanne che, seppur parziali, dimostrarono le responsabilità: due anni di reclusione per gli amministratori di condominio Bruno Mariano ed Elio Notarbartolo, due anni per il dirigente comunale Giovanni Spagnuolo, e pene minori per il tecnico comunale Franco Annunziata e per l’altro amministratore Marco Fresa. Ma tra un imputato deceduto e un altro assolto, le richieste della procura – guidate dalla pm Maria Aschettino, che aveva proposto condanne fino a tre anni e sei mesi – rivelarono quanto fosse complesso attribuire la colpa in una rete di negligenze.
La Corte d’Appello, sotto la presidenza di Giovanni Carbone, ribaltò parzialmente il verdetto il 13 febbraio 2025, confermando le pene per Mariano e Notarbartolo, riducendo quella di Spagnuolo a un anno e quattro mesi (poi dichiarata prescritta per omicidio colposo), e assolvendo Fresa e Annunziata con motivazioni come “non aver commesso il fatto” e “il fatto non costituisce reato”, nonostante la loro rinuncia alla prescrizione. È qui che, da napoletano, non posso non commentare: queste assoluzioni, in un contesto dove la manutenzione delle nostre bellezze storiche è un’emergenza costante, suonano come un’ennesima scusa per non affrontare i veri problemi, come i tagli ai fondi comunali o l’inefficienza burocratica che affligge quartieri come questo.
La famiglia di Salvatore, supportata fedelmente dall’avvocato Sergio Pisani, continua a battagliere per ottenere giustizia e compensi dal Comune di Napoli e dal condominio, a dodici anni dalla tragedia – un ritardo che, come tanti qui sanno, è fin troppo comune in una città dove le promesse istituzionali spesso si perdono nei meandri degli uffici. Una targa in ricordo di Salvatore è stata infine inaugurata all’ingresso della Galleria da via Toledo nel luglio 2025, un gesto simbolico che, però, non cancella il dolore né le domande sulla sicurezza dei nostri spazi pubblici.
Ora, con la quarta sezione della Cassazione che ha programmato l’udienza per il 13 febbraio 2026, la speranza è che questa storia trovi finalmente una conclusione. La famiglia aspira a un epilogo celere per ottenere “il doveroso risarcimento” e per porre fine a “un ritardo ingiustificabile”, come ha denunciato con forza il legale Pisani. In una Napoli che lotta per preservare il suo passato senza sacrificarne il futuro, questa vicenda non è solo un capitolo giudiziario, ma un richiamo alla responsabilità collettiva, affinché simili tragedie non restino impresse solo su una targa.
