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Cronaca

Napoli, l’ex presidente Ambiente si oppone all’ampliamento di Mergellina: “Non si deve toccare questo tesoro locale”

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Napoli, l’ex presidente Ambiente si oppone all’ampliamento di Mergellina: “Non si deve toccare questo tesoro locale”

Mergellina sotto attacco? Ex presidente Attanasio tuona contro l’ampliamento e difende il nostro mare! #SalviamoMergellina #NapoliVerde

In questa Napoli che combatte ogni giorno tra progresso e eredità, Carmine Attanasio, un ambientalista navigato e ex timoniere della Commissione Ambiente del Comune, non usa mezzi termini per denunciare il progetto di espansione del porticciolo di Mergellina. Con la schiettezza di chi ha visto troppe volte il territorio piegato a interessi opachi, Attanasio eleva la sua voce contro quella che vede come una minaccia diretta all’identità stessa della città.

Da napoletano doc, conosco bene quanto Mergellina sia più di un semplice approdo: è il cuore pulsante del nostro litorale, un’icona che attira turisti e locali per le sue passeggiate al tramonto, ma che rischia di essere stravolta da un intervento che privilegia il lusso su vasta scala. Attanasio, con la sua esperienza, non ci va leggero: «Non solo non va allargato: va eliminato», definendolo «un disegno folle» capace di alterare per sempre uno dei paesaggi più amati.

Lui chiama in causa «tutte le forze sane di Napoli» – dalla politica alla cultura – per fermare un piano che, a suo dire, non serve alla comunità ma a una cerchia ristretta. E qui, come cronista del territorio, non posso non riflettere: in una città dove le disuguaglianze sociali sono palpabili, vedere spazi pubblici sacrificati per ormeggi a prezzi esorbitanti – fino a diecimila euro all’anno – suona come un affronto. Attanasio lo mette in chiaro: «I posti barca non sono un bisogno della città, ma di una ristretta élite che paga cifre fino a diecimila euro l’anno, alimentando un business che nulla ha a che vedere con il bene pubblico».

Invece di questo, l’ex consigliere immagina una Napoli più equa e sostenibile. Propone di spostare le strutture nautiche dietro Castel dell’Ovo, creando un porto turistico all’avanguardia, con infrastrutture moderne e elettrificate, in grado di ospitare più barche senza intaccare il paesaggio. «Sarebbe un porticciolo d’eccellenza, a due passi da Piazza del Plebiscito e dagli alberghi storici. La scelta più logica e sostenibile», spiega, e come locale non posso che annuire: è una soluzione che unisce sviluppo e rispetto per il nostro patrimonio, bilanciando diportismo e vita quotidiana.

Per Mergellina, Attanasio delinea un futuro radicalmente diverso: non banchine per yacht, ma pedane balneabili, il recupero della spiaggetta di Largo Sermoneta e un’apertura vera al pubblico, trasformandola in uno spazio per tutti i napoletani. Aggiunge poi l’idea di un’area marina protetta che si estenda da Castel dell’Ovo fino a Nisida, limitata a trecento metri dalla costa. «Una misura che migliorerebbe la qualità delle acque e aumenterebbe la sicurezza di bagnanti e sportivi», sottolinea, e qui emerge il suo spirito critico, che rispecchia le preoccupazioni di chi, come me, vede il mare partenopeo soffrire per inquinamento e sovraccarico.

Alla fine, Attanasio lancia un appello vibrante: sostenere la petizione popolare già in circolazione per proteggere il litorale. «Napoli non può rimanere in silenzio davanti a uno scempio annunciato. Il mare deve tornare ai napoletani». In una città che ha sempre lottato per la sua anima – tra caos urbano e bellezze uniche – questa battaglia non è solo ambientale, ma un richiamo all’essenza stessa della napoletanità, un invito a tutti noi a difendere ciò che ci rende speciali.

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