Cronaca
Napoli, ennesimo dramma alle Case Nuove: 18enne incensurato gambizzato nella notte.
#NapoliSottoFuoco: Un 18enne incensurato gambizzato nelle Case Nuove, ennesimo atto di una violenza che strangola il quartiere
Napoli, come al solito, si sveglia con l’eco di spari che riecheggiano nei vicoli, ricordandoci quanto la camorra sia radicata nelle nostre strade. Nelle Case Nuove, un quartiere che conosco fin troppo bene per le sue storie di resilienza mescolate a disperazione, un ragazzo di 18 anni è finito nel mirino di chi usa la pistola come lingua madre. È l’ennesimo episodio in una faida che non fa prigionieri, trasformando zone familiari in teatri di guerra urbana.
Tutto è accaduto poco dopo l’1:10 di notte tra venerdì e sabato, in via Michelangelo Ciccone, una di quelle vie dove il chiasso della vita quotidiana si mescola al pericolo costante. Il giovane, un residente del quartiere senza alcun precedente penale, era nei pressi di un circolo quando è stato avvicinato da uno sconosciuto. Secondo le prime ricostruzioni dei Carabinieri della Compagnia Stella, quest’ultimo ha aperto il fuoco, colpendolo alle gambe in quello che appare come un classico gesto intimidatorio.
Il ragazzo è stato subito soccorso e trasportato d’urgenza all’ospedale Pellegrini, dove i medici hanno diagnosticato due ferite da arma da fuoco ai polpacci – proiettili entrati e usciti, per fortuna senza gravi conseguenze. Ora è ricoverato in osservazione, lontano dal pericolo immediato, ma chi vive qui sa che queste ferite lasciano cicatrici ben oltre la carne. “Gambizzazione”, un termine che non è solo crudo, ma che racconta una strategia criminale fin troppo familiare: un avvertimento brutale, un messaggio criptico inviato in una lingua che solo i clan capiscono davvero.
Come cronista del posto, mi chiedo – e lo chiedo a tutti noi – cosa spinge a prendere di mira un giovane “pulito”? Gli inquirenti, con i Carabinieri del nucleo operativo Napoli Stella in prima linea, stanno scavando per chiarire la dinamica e il movente, ma il contesto è lampante. Qui, nelle Case Nuove, i clan combattono per il controllo del territorio in un’escalation che include “stese” e altri attentati, rendendo il quartiere un ostaggio invisibile. Potrebbe essere un segnale trasversale, una punizione per un “sgarro” immaginario o semplicemente un modo per marcare il territorio con sangue fresco. In un’area dove la normalità è interrotta da questi scoppi di violenza, eventi come questo non sono isolati: sono il sintomo di una società che lotta contro se stessa, dove i giovani pagano il prezzo di giochi più grandi di loro.
È frustrante, da chi vive e respira queste dinamiche, vedere come la camorra continui a dettare le regole, erodendo la fiducia e il tessuto sociale. Questo episodio non fa che confermare l’allarme che echeggia per le strade: la criminalità organizzata non sta solo sopravvivendo, sta prosperando, mentre la comunità cerca di resistere. Napoli merita di più di queste notti di piombo; è tempo che le istituzioni e noi tutti ci interroghiamo su come spezzare questo ciclo, prima che un altro innocente finisca nella linea di tiro.
