Cronaca
Napoli, ennesimo blitz antidroga: 9 arresti in 7 comuni, con nascondigli creativi tra lavatrici e giardini quotidiani.
#BlitzAntidrogaNellaProvincia: Nove arresti e sequestri lampo in 7 comuni napoletani mettono in luce il volto nascosto dello spaccio #NapoliResistente #SicurezzaTerritoriale
Nella provincia di Napoli, dove le storie di lotta quotidiana contro il crimine si intrecciano con la vita di tutti i giorni, un’operazione dei Carabinieri del Comando provinciale ha inferto un altro colpo al traffico di droga. Questa volta, nove persone sono finite in manette e diversi quantitativi di sostanze stupefacenti – hashish, cocaina, crack e marijuana – sono stati sequestrati in un’ampia rete di interventi che ha toccato sette comuni. Come cronista locale che conosce bene queste strade, non posso fare a meno di riflettere su come questi blitz rivelino un problema endemico: la droga non è solo un reato, ma un’ombra che si allunga sulle famiglie e sui quartieri, erodendo la tessuto sociale che cerchiamo di ricostruire ogni giorno.
Questi controlli a tappeto non sono una novità per chi vive qui. Dimostrano la pressione costante delle forze dell’ordine sulle piazze di spaccio, ma anche quanto sia difficile estirpare un fenomeno che si adatta e si nasconde nei meandri della quotidianità. Prendiamo Ercolano, per esempio: un comune vivace, segnato dal turismo vesuviano, che però si ritrova ancora una volta al centro di storie come questa. Qui, i Carabinieri hanno fermato un’auto in via Resina, scoprendo 99 grammi di hashish nascosti in modo improvvisato.
Il primo arresto arriva da Ercolano, dove i carabinieri fermano un’auto in via Resina: una coppia trasporta 99 grammi di hashish, con la donna che tenta di nascondere la droga nel reggiseno.
È un episodio che fa riflettere: in un posto come Ercolano, dove la gente lotta per rilanciare l’economia locale, vedere droga nascosta in un reggiseno non è solo un fatto di cronaca, è un sintomo di disperazione. Entrambi gli arrestati, che hanno un’età intorno ai 45 anni, sono finiti in carcere, e mi chiedo quante storie personali, forse legate a disoccupazione o pressioni sociali, ci siano dietro.
A Castello di Cisterna, un rione come il 219 – tristemente noto per lo spaccio – ha visto un giovane di appena 19 anni incappare nella rete dei controlli. Con 24 dosi di cocaina, 54 dosi di crack e oltre 1.200 euro probabilmente frutto di vendite al dettaglio, è stato arrestato e posto ai domiciliari. Come qualcuno che ha percorso quelle vie, so bene che questi luoghi sono crocevia di opportunità perse: i giovani qui crescono in mezzo a tentazioni che promettono facili guadagni, ma finiscono per intrappolarli in un ciclo di dipendenza e repressione.
Passando a Sant’Anastasia, ai piedi del Vesuvio, dove la terra fertile è spesso usata per colture lecite, i Carabinieri hanno scoperto un’operazione illegale in piena regola. Tre piante di cannabis alte quasi due metri, per un totale di 4 chili, insieme a 50 grammi di marijuana essiccata e 20 di hashish. Zio e nipote, sorpresi mentre confezionavano la droga, sono stati arrestati. È ironico, da un punto di vista locale: in un’area che vive di agricoltura e turismo, vedere campi trasformati in nascondigli mi fa pensare a quanto la criminalità sfrutti le risorse del territorio, sottraendo opportunità oneste a chi ci prova davvero.
Sull’isola di Ischia, a Lacco Ameno, il quadro si sposta verso la tranquillità apparente di un paradiso turistico. Qui, un 19enne ha visto la sua quotidianità interrotta dal sequestro di cocaina nascosta nella lavatrice, con un bilancino trovato nel contatore idrico e 350 euro in contanti. Arrestato e spedito ai domiciliari, questo episodio mi porta a riflettere su come persino le isole, che dovrebbero essere oasi di pace, non siano immuni dal contagio dello spaccio – un’allerta per chi, come me, ama queste zone e ne difende il futuro.
Afragola, con la sua densità urbana e i problemi di integrazione sociale, ha regalato un altro capitolo: in un appartamento trasformato in vero e proprio magazzino, i militari hanno sequestrato 290 g di hashish, 330 g di marijuana, 31 g di cocaina e 5 bilancini di precisione. Una donna di 32 anni, già nota alle forze dell’ordine, è finita ai domiciliari. Come cronista del posto, vedo in questo un monito: questi “magazzini” non sono isolati, ma parte di una rete che alimenta il mercato nero, rendendo più difficile la coesione comunitaria.
A Villaricca, un uomo di 41 anni è stato sorpreso in strada con 23 dosi tra crack e cocaina, oltre a contanti derivanti probabilmente dallo spaccio. E a Mugnano, l’ultimo tassello di questa operazione, un 22enne è stato fermato in auto con 10 grammi di cocaina e 3 di hashish, più 160 euro sequestrati come provento illecito. In entrambi i casi, gli arresti – uno ai domiciliari, l’altro in via di definizione – sottolineano una realtà cruda: lo spaccio non è confinato ai margini, ma si mescola alla vita di tutti i giorni, dalle strade ai veicoli quotidiani.
Questi fatti, che ho riportato con lo spirito critico di chi conosce le dinamiche del territorio, non fanno che confermare quanto il problema sia profondo e ramificato. L’inchiesta prosegue per ricostruire eventuali legami degli indagati con reti più ampie di spaccio attive nella provincia, e come locale, spero che questo serva non solo a reprimere, ma a stimolare dibattiti su prevenzione e sostegno sociale. È una battaglia che va oltre gli arresti: è per le nostre comunità.
