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Cronaca

Napoli delude ancora in casa: Bologna prevale con i gol di Dallinga e Lucumì, ennesima serata opaca per gli azzurri.

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Napoli delude ancora in casa: Bologna prevale con i gol di Dallinga e Lucumì, ennesima serata opaca per gli azzurri.

Napoli affonda al Dall’Ara: una sconfitta che fa tremare il San Paolo! #SerieA #ForzaAzzurri #CalcioNapoli

In una serata che ha fatto sprofondare i cuori dei tifosi partenopei, il Napoli di Antonio Conte è inciampato rovinosamente contro un Bologna tenace e ben organizzato, confermando quanto le nostre strade calcistiche locali siano piene di buche impreviste. Questa sconfitta per 2-0 nella undicesima giornata di Serie A non è solo un inciampo in classifica, ma un campanello d’allarme per una squadra che, qui a Napoli, eravamo abituati a vedere come solida roccaforte del sud. Con i gol di Dallinga e Lucumì che hanno sigillato il destino degli azzurri, restiamo bloccati a 22 punti, appaiati al Milan – ora leader per differenza reti – mentre Inter e Roma ringraziano e si preparano a scalare posizioni. Come cronista del territorio, non posso fare a meno di riflettere su come questa debacle rifletta il nostro eterno dilemma: grandi aspettative, ma troppe distrazioni sul campo.

La partita, sin dai primi minuti, ha mostrato un Bologna più affamato e strutturato, un po’ come quelle piccole realtà provinciali che, qui al sud, ci ricordano quanto sia facile sottovalutare chi combatte con le unghie e con i denti. Senza Skorupski, infortunato, il Napoli ha dovuto affidarsi al giovane Pessina, un 17enne che ha esordito tra i pali con coraggio, ma la sua inesperienza è emersa evidente in una gara dove ogni errore pesa come un macigno sulle spalle della squadra. Al 22′, Lucumì ha sfiorato il vantaggio di testa su corner, un avvertimento che Hojlund ha provato a contrastare al 32′ con un tiro finito alto, ma la prima frazione si è chiusa sullo 0-0 dopo cinque minuti di recupero, lasciando i nostri tifosi a rosicchiare le unghie nei bar di Napoli. È frustrante vedere come, nonostante il talento, manchi quella grinta che un tempo rendeva il Napoli un simbolo di riscossa per l’intero Mezzogiorno.

La vera debacle è arrivata nella ripresa, al 49′, quando Cambiaghi ha servito Dallinga in anticipo sul primo palo, e lui non ha perdonato, spedendo la palla in rete per l’1-0. Da quel momento, gli azzurri hanno provato a reagire, ma senza quella incisività che ci aspetteremmo da una squadra che dovrebbe rappresentare l’orgoglio locale. Il Bologna, sotto la guida di Italiano, ha poi affondato il colpo al 66′, con Ferguson che pesca Holm sulla destra: cross perfetto e Lucumì, stavolta, di testa firma il 2-0. Negli ultimi quattro minuti di recupero, il Napoli è sembrato una nave senza timone, incapace di invertire la rotta. Come qualcuno qui in città direbbe, con un misto di ironia e rassegnazione, “siamo bravi a sognare Scudetti, ma poi ci perdiamo nei dettagli”. Questa sconfitta non è solo sportiva; è un riflesso delle nostre dinamiche locali, dove il calcio dovrebbe unire la comunità, ma finisce per evidenziare le fragilità di una squadra che, per i napoletani, è molto più di undici giocatori.

Ora, con Inter e Roma che fiutano l’occasione, il Napoli deve guardarsi allo specchio e capire che non basta l’entusiasmo dei vicoli per vincere. Qui, tra le strade di Napoli, questa battuta d’arresto pesa come un’ombra sulla stagione, ricordandoci che il vero calcio è fatto di organizzazione e resilienza, non solo di talento individuale. Se non correggiamo il tiro, potremmo ritrovarci a rincorrere sogni che, un’altra volta, scivolano via.

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