Cronaca
Ministero valuta revisione per Santa Maria Capua Vetere: un’opportunità attesa dai cittadini dopo anni di inerzia.
#RiequilibrioGiustizia a Santa Maria Capua Vetere: Il Tribunale locale lotta per riprendersi i suoi territori! #Caserta #TerraDiLavoro #DirittiLocali
In una terra come la Campania dove la burocrazia giudiziaria spesso sembra un labirinto kafkiano, il dibattito sul riequilibrio della mappa dei tribunali nell’area casertana sta rianimando le speranze locali. Qui a Santa Maria Capua Vetere, una città che conosco bene per le sue strade affollate e le storie di comunità trascurate, si è riacceso il confronto istituzionale per riportare sotto il nostro Tribunale alcuni comuni del Nord aversano, come Teverola e Casal di Principe. È una mossa che, da abitante del posto, vedo come un passo necessario per correggere anni di disequilibri che hanno lasciato questa zona in balia di un sistema sbilanciato.
Gli avvocati del foro locale, che combattono ogni giorno tra pile di fascicoli e ritardi cronici, sostengono con forza questa proposta. Loro evidenziano una sproporzione evidente: mentre il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere serve circa 600mila abitanti, quello di Napoli Nord ne gestisce oltre un milione, creando un sovraccarico che, a mio avviso, penalizza chi vive in periferia. Immaginatevi i pendolari di queste zone, costretti a viaggiare per ore su strade ingolfate, solo per una udienza che potrebbe essere a pochi chilometri da casa. È un’ingiustizia quotidiana che riflette un problema più ampio: la pianificazione istituzionale spesso ignora le realtà locali, favorendo centri più grandi e lasciando noi di Caserta a combattere per le briciole.
Durante l’incontro ufficiale, il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari ha dichiarato la fattibilità dell’operazione, ricordando l’esistenza di un provvedimento legislativo già all’esame del Parlamento che potrebbe consentire il riassetto della mappa giudiziaria. Questa affermazione, pronunciata in un contesto di dialogo con figure chiave come la presidente del Tribunale Gabriella Maria Casella, il procuratore Pierpaolo Bruni, il sindaco Antonio Mirra e rappresentanti dell’Ordine degli Avvocati, suona come un segnale positivo. Ma da cronista del territorio, non posso fare a meno di chiedermi: quante volte abbiamo sentito promesse simili, solo per vederle arenarsi nei meandri della politica? È rassicurante sapere che c’è un percorso definito per approvare la legge e potenziare le strutture, inclusi gli uffici del Giudice di Pace, ma la storia locale ci insegna a essere scettici.
Il tema del rafforzamento delle infrastrutture giudiziarie è emerso con forza, e personalmente lo vedo come una questione vitale per la nostra comunità. Ridurre il carico su Napoli Nord non solo migliorerebbe l’efficienza dei servizi, ma ridarebbe anche un senso di equità a un’area come la nostra, segnata da problemi sociali e economici. Pensateci: riportare questi comuni sotto Santa Maria Capua Vetere potrebbe snellire processi, accorciare tempi e persino stimolare l’economia locale, evitando che i cittadini debbano sacrificare intere giornate per raggiungere Napoli. Eppure, questo riequilibrio non è solo una questione tecnica; è un’affermazione di identità territoriale, un modo per dire che la Terra di Lavoro merita di essere trattata con il rispetto che le spetta, senza essere sempre relegata al ruolo di cugino povero.
Mentre il dibattito prosegue nelle prossime settimane, in attesa delle mosse del Parlamento, resto ottimista ma vigile. Come giornalista radicato in questa terra, so bene che il vero cambiamento dipende dalla pressione costante dei cittadini e dalle istituzioni locali. Questa potrebbe essere l’occasione per rimettere in equilibrio non solo la geografia giudiziaria, ma anche le dinamiche di una comunità che ha tanto da offrire.