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Cronaca

Mattarella visita Pompei: dialogo con i giovani del Tulipano e un omaggio a don Patriciello, un segnale di speranza per la nostra comunità.

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Mattarella visita Pompei: dialogo con i giovani del Tulipano e un omaggio a don Patriciello, un segnale di speranza per la nostra comunità.

#MattarellaAPompei: Un Giorno di Incontri che Rianimano l’Anima della Campania

Qui a Napoli e nei dintorni, dove il passato antico si intreccia con le lotte quotidiane per un futuro migliore, la visita privata del Presidente Sergio Mattarella al Parco archeologico di Pompei non è stata solo una passeggiata tra le rovine. È diventata un simbolo vivo di come il nostro territorio, con le sue bellezze e le sue ferite, continui a ispirare dialogo e speranza. In un’era dove i problemi sociali come l’inclusione e l’ambientalismo sembrano schiacciati dalla routine, vedere il Capo dello Stato immerso in questi contesti mi fa riflettere su quanto Pompei – e più in generale la Campania – possa essere un laboratorio di resilienza. Non è retorica: è la realtà di un posto che da secoli mescola eredità culturale e battaglie umane.

La giornata ha visto Mattarella, accompagnato dal direttore Gabriel Zuchtriegel, esplorare la Parvula Domus, la fattoria culturale della cooperativa sociale Il Tulipano. Qui, giovani impegnati in progetti di agricoltura sociale e manutenzione del verde hanno condiviso le loro storie, trasformando una visita istituzionale in un momento di vera connessione. Come cronista del posto, so bene quanto queste iniziative siano preziose in una regione dove il lavoro precario e l’emarginazione sono all’ordine del giorno. Non si tratta solo di preservare un sito UNESCO; è un modo per ridare dignità a chi, troppo spesso, viene lasciato ai margini.

“Le parole del Presidente – racconta Giovanni Minucci, presidente della cooperativa – sono state per noi uno straordinario riconoscimento e un incoraggiamento a proseguire. Ha sottolineato l’importanza dell’inclusione nel mondo del lavoro e questo ha riempito i nostri ragazzi di gioia e speranza”. Queste parole, dritte dal cuore di Minucci, evidenziano come il progetto di Il Tulipano non sia un semplice esperimento, ma una “best practice internazionale” che sta portando veri cambiamenti. “Con Parvula Domus stiamo lavorando a progetti bellissimi di agricoltura sociale e cura delle aree verdi. Grazie alla sinergia totale con il Parco, stiamo valorizzando un luogo unico al mondo. Mattarella ha apprezzato soprattutto la nostra capacità di mettere al centro la persona: è ciò che siamo e ciò che vogliamo continuare a fare”. Come locale, non posso fare a meno di commentare: è ironico, ma anche confortante, che in un’area come la nostra, segnata da tanto abbandono, si creino sinergie così efficaci. Mattarella ha colto l’essenza – e questo potrebbe spingere altri a seguire l’esempio, magari rivitalizzando zone trascurate della Campania.

Ma la vera sorpresa è arrivata con l’incontro improvviso con don Maurizio Patriciello, il parroco del Parco Verde di Caivano, noto per la sua lotta contro la “Terra dei Fuochi”. Organizzato all’ultimo dal prefetto di Napoli, Michele Di Bari, questo momento ha aggiunto un tocco emotivo, ricordandoci le connessioni invisibili che legano i nostri problemi ambientali alle storie personali. Don Patriciello, che da mesi custodiva l’album di foto dalla visita di Mattarella alla sua parrocchia il 5 gennaio, ha finalmente potuto condividerlo. “Il prefetto sapeva quanto ci tenessi – racconta il parroco –. Stamattina, verso le 10.30, ho potuto incontrare il Presidente, che era con la figlia. Abbiamo sfogliato insieme le foto, poi ho dovuto salutarlo per raggiungere Lusciano”. Nel nostro territorio, dove la “Terra dei Fuochi” è una ferita aperta, gesti come questo parlano più di mille discorsi. Il parroco ha discusso anche dell’iniziativa per Giuseppe Di Matteo, il giovane ucciso dalla mafia, con il Comune di Lusciano che ha deciso di dedicargli un campo di calcio – e Mattarella ha espresso il suo pieno sostegno.

Questo piccolo fuori programma, con il Presidente e la figlia presenti in un’atmosfera riservata, ha culminato in un gesto di calore umano: “Prima di andar via mi ha preso le mani e mi ha dato un bacio sulla guancia. Non me lo sarei mai aspettato, né avrei mai osato farlo io”. Come qualcuno che vive queste dinamiche ogni giorno, vedo in tutto ciò un riflesso della Campania autentica: un mix di lotta, affetto e speranza che va oltre le apparenze. Questa visita, nel suo silenzio e nella sua profondità, rafforza l’idea che la dignità delle persone più fragili non è solo una priorità nazionale, ma il cuore pulsante del nostro territorio. In fondo, è proprio questo spirito che ci spinge avanti, un passo alla volta.

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