Cronaca
Marano, ingiustizia per un disabile: dopo 25 anni, perde il parcheggio sotto casa.
Una disabile di Marano lotta per un posto auto negato dopo 25 anni: #DirittiNegati #MaranoInGioco #SolidarietàLocale
In un quartiere come via Marano-Pianura, dove le strade sono un labirinto di auto parcheggiate e la vita quotidiana è già un rompicapo per molti, la storia di una giovane donna colpisce dritto al cuore, esponendo ancora una volta le falle di una burocrazia che sembra ignorare le esigenze reali delle persone. Questa trentenne, affetta da tetraparesi spastica e sindrome di West – una rara condizione che porta a violente crisi epilettiche, spesso notturne e talmente gravi da richiedere corse al Pronto Soccorso, inclusa un’intubazione nell’ultimo episodio – ha visto crollare una certezza che durava da un quarto di secolo: il suo posto auto riservato e nominativo proprio sotto casa.
Per anni, quel parcheggio è stato più di un semplice spazio: era una garanzia di sicurezza per lei e la sua famiglia, un’ancora in un mare di emergenze imprevedibili. Ma da due giorni, il comando della polizia municipale di Marano ha deciso di non rinnovarlo, trasformandolo in un’area generica per disabili. Ora, chiunque con un contrassegno H può occuparlo, lasciando la famiglia nel caos e senza alcuna certezza di poter parcheggiare vicino, in un’area dove il traffico è già un incubo per tutti. Come cronista locale che conosce bene queste dinamiche, mi chiedo se questa scelta non sia un altro esempio di come le regole, applicate con rigidità cieca, finiscano per penalizzare chi è più vulnerabile, ignorando il contesto umano che rende Marano un posto unico, con le sue strette vie e le comunità strette che si sostengono a vicenda.
La reazione del vicinato è stata immediata e commovente, un segnale di quanto la solidarietà qui sia ancora viva, nonostante le frustrazioni quotidiane. I condomini, testimoni da anni delle lotte di questa famiglia, si sono mobilitati con una raccolta firme rivolta al Comune, chiedendo un dietrofront che restituisca un po’ di dignità a una situazione già precaria. È un gesto che parla di una Marano autentica, quella che non resta in silenzio di fronte all’ingiustizia, ma che si organizza per fare pressione sui palazzi del potere.
Tra le voci più toccanti, quella della madre, che ha espresso tutto il suo dolore in poche parole: “La vita di mia figlia è già un inferno – scrive la madre – perché mortificarci anche così?”. Questa frase non è solo un grido di aiuto, è un’accusa velata a un sistema che sembra accumulare errori, come se le emergenze delle persone fragili fossero solo un dettaglio amministrativo.
Non ci è voluto molto perché la politica entrasse in scena, con il deputato Francesco Emilio Borrelli di Alleanza Verdi Sinistra che ha raccolto l’appello della famiglia. Con la sua esperienza nel territorio, Borrelli ha evidenziato le contraddizioni di una decisione che appare insensata: “Mi chiedo quale possa essere la ragione per cui sia stato sospeso un permesso nominativo in una situazione così complessa. I diritti delle persone fragili sono inviolabili e devono essere garantiti. Intransigenza e rigore servono in ben altri casi. Commovente la reazione dei condomini: ora il Comune torni sui suoi passi”. Lui stesso ha promesso di seguire da vicino la vicenda, spingendo per un ripristino rapido. Come chi vive e scrive di queste storie ogni giorno, vedo in questo intervento un barlume di speranza, ma anche un monito: la politica locale deve smettere di reagire solo quando i riflettori si accendono, e iniziare a prevenire queste ingiustizie che erodono la fiducia nella comunità.
Questa non è solo la storia di un posto auto negato; è un riflesso delle sfide quotidiane di Marano, un comune dove la burocrazia può sembrare un muro invalicabile, ma dove la forza delle persone comuni continua a fare la differenza. Speriamo che questa mobilitazione porti a un cambiamento reale, ricordando a tutti noi che i diritti non sono astratti, ma si concretizzano in gesti come un parcheggio sicuro sotto casa.
