Cronaca
Manfredi chiude l’era De Luca: “Tempo di rinnovamento con Fico”. E rilancia la sfida a Meloni: “In Campania, la vittoria è a portata”.
Napoli tra rinnovamento politico e sfide locali: Manfredi taglia i ponti col passato e punta su Fico #NapoliPolitica #CampaniaSvolta #CentrosinistraVince
In questa Napoli dalle radici profonde e dai colori vividi, dove la politica si intreccia con la vita quotidiana delle strade affollate e dei vicoli storici, il sindaco Gaetano Manfredi ha delineato un percorso netto di cambiamento durante il Congresso nazionale dei Giovani Democratici. Non è solo una dichiarazione formale, ma un segnale che risuona nelle piazze e nei caffè, dove la gente discute di come la regione Campania stia provando a scrollarsi di dosso le eredità del passato per abbracciare un nuovo slancio.
Manfredi, con la schiettezza di chi conosce bene le dinamiche territoriali – quelle fatte di alleanze fragili e promesse da mantenere in una terra segnata da crisi economiche e divisioni sociali –, ha tracciato una linea divisoria chiara rispetto all’era del presidente uscente Vincenzo De Luca. Interrogato sul rischio che De Luca agisca come un “governatore ombra”, il sindaco non ha esitato: “C’è stata una stagione e ora c’è un rinnovamento”. Queste parole, pronunciate in un contesto giovanile che simboleggia il futuro del partito, suonano come una dichiarazione d’indipendenza, un modo per dire che la Campania non può più affidarsi a vecchie logiche, soprattutto in una regione dove il clientelismo ha spesso offuscato il vero progresso.
Non si ferma qui il discorso di Manfredi, che con un’ottimismo tipico di chi vive il territorio da vicino, ha indicato Roberto Fico come il volto del domani. “Avremo un presidente fortemente legittimato dal voto e capace di governare bene la Campania”, ha affermato, chiudendo definitivamente la porta a cualquier influenza residua della vecchia guardia. Come cronista che cammina per queste strade, vedo in questo un tentativo realistico di rinnovare il centrosinistra, ma mi chiedo se basti l’entusiasmo per affrontare le complessità locali: dai problemi cronici del traffico e dell’inquinamento a Napoli, alle disparità sociali che dividono la città dal resto della regione. È un passo avanti, certo, ma la storia ci insegna che il rinnovamento vero richiede più di parole – servono azioni concrete per convincere una popolazione stanca di promesse vuote.
E mentre Manfredi guarda al futuro, non dimentica gli avversari. Rispondendo alla premier Giorgia Meloni, che ha definito la Campania una “regione contendibile” per il centrodestra, il sindaco ha ribadito con forza la solidità del suo campo: “Penso che la Campania sia fortemente radicata nel centrosinistra, nel campo largo”. Aggiungendo, “I dati che abbiamo sono molto positivi, vedo veramente un grande consenso”. Questa sicurezza, però, vista da un osservatore locale, porta con sé un velo di critica: in Campania, dove le elezioni sono spesso imprevedibili come un temporale estivo, i sondaggi non sempre rispecchiano la realtà delle periferie dimenticate. Manfredi continua: “La democrazia è fatta di competizione, quindi, alla fine vinceremo e vinceremo molto bene”, e chiude con “Il campo largo vince, quindi, questo è quello che a noi fa piacere”.
In un contesto come il nostro, dove il centrosinistra ha radici profonde ma deve confrontarsi con le sfide quotidiane – dal disoccupazione giovanile alle tensioni urbane – queste affermazioni servono a compattare la coalizione e a respingere le avance del centrodestra. Manfredi, con il suo realismo da napoletano doc, non solo riporta i fatti, ma li infonde di un ottimismo combattivo, ricordandoci che in Campania, più che altrove, la politica è una battaglia per il territorio. Con questo, il sindaco rafforza la narrazione di un centrosinistra pronto a dominare, ma solo il tempo dirà se questa rottura col passato si tradurrà in un futuro più luminoso per tutti noi.
