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Cronaca

Le plusvalenze del Napoli fanno discutere: De Laurentiis di fronte al giudice, decisione attesa il 20 novembre. (84 caratteri)

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Le plusvalenze del Napoli fanno discutere: De Laurentiis di fronte al giudice, decisione attesa il 20 novembre. (84 caratteri)

De Laurentiis e il Napoli nel ciclone delle plusvalenze gonfiate: un capitolo controverso per il calcio locale #NapoliCalcio #TrasparenzaNelCalcio

Nel cuore pulsante del calcio italiano, con Napoli come epicentro di passione e controversie, la città si prepara a seguire con il fiato sospeso la decisione del gup di Roma sul caso di Aurelio De Laurentiis, presidente del SSC Napoli, accusato di falso in bilancio per operazioni che potrebbero aver alterato i conti societari.

Come cronista locale che vive e respira le dinamiche di questa terra, dove il Napoli è molto più di una squadra – è un simbolo di identità e orgoglio – non posso fare a meno di riflettere su come queste accuse vadano a intaccare la fiducia dei tifosi. L’inchiesta della Procura si concentra sulle annate contabili del 2019, 2020 e 2021, periodi in cui, secondo gli inquirenti, plusvalenze fittizie sarebbero state inserite nei bilanci per mascherare realtà economiche meno rosee. È una storia che riecheggia le solite tensioni del mondo del calcio, dove il mercato dei trasferimenti spesso si trasforma in un campo minato di numeri e negoziazioni opache.

Al centro di tutto, due operazioni di mercato che qui a Napoli conosciamo fin troppo bene: la cessione del difensore Kostas Manolas dalla Roma al nostro club nell’estate del 2019 e l’arrivo dell’attaccante Victor Osimhen dal Lille nel 2020. Queste trattative, dicono gli inquirenti, hanno gonfiato artificialmente i valori, creando un’illusione di stabilità finanziaria che potrebbe aver ingannato azionisti e appassionati. Non è solo una questione di numeri su un foglio: per noi locali, significa interrogarsi sulla sostenibilità di un club che rappresenta l’anima della città, soprattutto in tempi di crisi economica e di instabilità sportiva.

Oltre a De Laurentiis, l’indagine coinvolge il suo fidato dirigente Andrea Chiavelli e l’intera società SSC Napoli, mettendo in luce quanto le scelte al vertice possano riverberare sulla base dei tifosi. Durante l’udienza preliminare, Chiavelli ha cercato di difendere la posizione del club, dichiarando con fermezza le sue ragioni. “Non si è trattato di manovre fraudolente – ha affermato – ma di normali dinamiche di mercato, condotte nel rispetto delle regole contabili e sportive”. Come osservatore del territorio, mi chiedo se queste “dinamiche normali” tengano conto della realtà quotidiana dei napoletani, che investono emozioni e risorse in una squadra spesso al centro di scandali come questo.

Ora, con la decisione rimandata al 20 novembre, la città aspetta di vedere se il giudice optnerà per un rinvio a giudizio o per l’archiviazione. In un contesto locale dove il calcio è intrecciato con la vita sociale, queste vicende non sono mere notizie: sono un invito a riflettere sulla necessità di maggiore etica nel nostro sport preferito, per preservare l’integrità di un’istituzione che unisce intere comunità. Qui a Napoli, dove ogni gol e ogni bilancio racconta una storia più grande, speriamo che la verità emerga chiara, per il bene di tutti.

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