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Cronaca

L’Asse Mediano in piena crisi: Confapi denuncia i rischi e propone un piano di rilancio urgentissimo.

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L’Asse Mediano in piena crisi: Confapi denuncia i rischi e propone un piano di rilancio urgentissimo.

L’Asse Mediano di Napoli: un incubo su ruote che sta strozzando il nostro hinterland #NapoliInEmergenza #SicurezzaStrade #ConfapiAlzaLaVoce

Napoli – Nell’hinterland napoletano, l’Asse Mediano non è più solo una strada: è un’emergenza che urla aiuto da anni, specchio di un territorio lasciato a se stesso. Come cronista locale, ho visto troppe volte come questa arteria vitale per l’area nord si trasformi in un campo minato di ingorghi, buche e tragedie, ostacolando non solo il traffico ma l’intera vita della comunità. Raffaele Marrone, presidente di Confapi Napoli, non ci gira intorno e denuncia con forza la situazione, puntando il dito su decenni di negligenza che hanno trasformato un collegamento essenziale in un pericolo costante.

«L’asse mediano è un’infrastruttura vitale per l’area nord di Napoli e non può più essere lasciato in condizioni di precarietà, degrado e insicurezza», denuncia Marrone. «Parliamo di un territorio che chiede riscatto, che ha grandi potenzialità e che merita finalmente interventi concreti e coordinati». Qui, dove vivo e lavoro ogni giorno, queste parole risuonano vere: le code interminabili non sono solo un fastidio, ma un freno allo sviluppo di quartieri che pullulano di piccole imprese e famiglie che resistono nonostante tutto. Il degrado non è una novità – basti pensare alle buche che si moltiplicano con le piogge invernali o alle barriere arrugginite che non proteggono più nessuno – e gli incidenti, sempre più frequenti, non fanno che confermare quanto questa strada sia diventata un simbolo di trascuratezza istituzionale.

Come chi conosce bene queste dinamiche, devo sottolineare come l’emergenza non si limiti al caos quotidiano: sta erodendo le basi economiche del territorio. I sinistri stradali, spesso drammatici, non sono incidenti isolati, ma segnali di un sistema al collasso. «Quando una strada diventa teatro ricorrente di episodi così drammatici, significa che siamo di fronte a una criticità strutturale che non può più essere elusa», avverte Marrone. E ha ragione – ho parlato con commercianti e operai che raccontano di ritardi cronici e paure quotidiane, mentre le imprese locali pagano il prezzo più alto. «La mancanza di sicurezza e l’inefficienza pesano ogni giorno su lavoratori e cittadini e accelerano l’esodo delle imprese verso aree più affidabili», spiega lui, e io non posso che commentare quanto questo esodo stia svuotando quartieri già fragili, spingendo i giovani a cercare opportunità altrove in Campania, aggravando un declino che poteva essere evitato con più attenzione locale.

Ma c’è un barlume di speranza, e Confapi Napoli sta provando a cavalcarlo. Durante l’assemblea di dicembre, l’associazione presenterà un dossier dettagliato per il rilancio dell’Asse Mediano, con idee pratiche per modernizzarlo e renderlo sicuro. Non si tratta di promesse al vento, ma di un piano che mira a trasformare questa piaga in un’opportunità per l’economia locale. «Non possiamo limitarci a tamponare le emergenze», sottolinea Marrone con determinazione. «Serve una strategia di lungo periodo che trasformi questa arteria in un fattore di sviluppo e non in un punto debole». Da giornalista radicato in questa realtà, vedo questa mossa come un passo necessario: troppe volte, petizioni e proteste sono rimaste inascoltate, ma ora la mobilitazione popolare – con una recente raccolta firme che chiede più controlli e presenza istituzionale – sta crescendo, unendo cittadini e imprenditori in una lotta comune.

Questa non è solo una questione di asfalto e segnaletica; è il cuore di un territorio che merita di più. «Questo territorio non vuole più essere considerato una periferia dimenticata», conclude Marrone. «Qui ci sono imprese che resistono, investono e guardano al futuro. Ma senza infrastrutture adeguate, senza una mobilità sicura ed efficiente, non potrà esserci alcuna crescita reale». Come chi vive questi problemi ogni giorno, spero che questa voce non cada nel vuoto, perché Napoli nord ha il potenziale per rinascere, ma solo se smettiamo di ignorare le sue ferite.

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