Cronaca
La giustizia si fa attendere: pene ridotte per Romano e Crisci
#giustizia #narcotraffico #ValleCaudina #ValledoSuessola, la giustizia si muove, ma lascia perplessi: Mario Romano e Pasquale Crisci, noti esponenti del narcotraffico, evitano il carcere grazie alla riduzione delle pene inflitte dalla Corte d’Appello di Napoli.
La decisione della Corte d’Appello di Napoli di ridurre le pene a Mario Romano e Pasquale Crisci, due figure chiave nel narcotraffico tra la Valle Caudina e la Valle di Suessola, ha sollevato più di una perplessità. I due imputati, condannati in primo grado per numerosi episodi di spaccio aggravato di stupefacenti, hanno visto le loro pene ridursi a tre anni e sei mesi per Romano e a tre anni, otto mesi e venti giorni per Crisci, consentendo loro di evitare il carcere grazie alla sospensione dell’ordine di esecuzione della pena.
L’inchiesta, partita da intercettazioni telefoniche e ambientali tra il 2018 e il 2019, aveva portato alla luce una fitta rete di traffico di droga gestita sotto il controllo del clan Morgillo, con Romano, nipote e braccio destro del boss, e Crisci, referente per la piazza di Arienzo, in ruoli di vertice. La Procura aveva chiesto la conferma delle condanne di primo grado, ma la Corte d’Appello ha accolto la linea difensiva dell’avvocato Vittorio Fucci, riducendo le pene e sollevando interrogativi sulla efficacia della giustizia nel contrastare il narcotraffico nel territorio.
La riduzione delle pene, se da un lato può essere vista come un atto di clemenza, dall’altro solleva dubbi sulla capacità del sistema giudiziario di contrastare efficacemente il narcotraffico, un fenomeno che, come descritto dalla DDA di Napoli, è “una rete capillare al servizio del boss Morgillo”. La comunità locale attende con ansia di vedere come la giustizia continuerà a muoversi su questo caso e se riuscirà a dare risposte efficaci alla lotta contro il narcotraffico.
