Cronaca
La beffa del Decreto Flussi nella nostra zona: aziende inesistenti lasciano a secco 400 lavoratori.
Allarme truffe ai lavoratori stranieri a Napoli: Il sistema del Decreto Flussi fallisce miseramente, lasciando centinaia nel limbo! #NapoliInvisibile #LottaAlSfruttamento #ImmigrazioneReale
In una città come Napoli, dove le storie di resilienza e precarietà si intrecciano ogni giorno, l’allarme lanciato dalla Cgil suona come un campanello d’allarme che non possiamo ignorare. Qui, tra le strade vivaci e i vicoli affollati, centinaia di lavoratori provenienti dal Bangladesh arrivano con la promessa di un futuro regolare, solo per scoprire che l’Italia, terra di opportunità, si trasforma in un labirinto di inganni e burocrazia inceppata. È un sistema che non solo delude, ma alimenta un circolo vizioso di illegalità, che come cronista del territorio vedo ripetersi troppo spesso tra le pieghe della nostra economia locale.
Il dossier presentato dalla Cgil di Napoli smaschera una truffa sempre più diffusa, legata al Decreto Flussi, che dovrebbe facilitare l’ingresso regolare dei lavoratori stranieri ma finisce per inghiottirli in un vortice di disperazione. Questi individui, attirati da documenti che sembrano in regola, atterrano in Italia con aspettative legittime, solo per ritrovarsi soli e senza appigli. Prendiamo il caso più emblematico, quello di circa 400 lavoratori e lavoratrici dal Bangladesh arrivati tra il 2023 e oggi: entrati legalmente, si sono visti crollare il mondo addosso quando i datori di lavoro indicati nei loro nulla osta si sono dissolti nel nulla.
Come sottolineato da Elisa Laudiero, segretaria della Cgil di Napoli e della Campania, “Lo scorso 11 settembre abbiamo incontrato questa delegazione,” ha spiegato Laudiero. “Il problema è drammaticamente semplice: il datore di lavoro non è reperibile. Sono svaniti”. È un quadro che, da chi vive e respira queste dinamiche quotidiane, appare non solo crudele, ma anche prevedibile. Qui a Napoli, dove le piccole imprese e le reti informali dominano il mercato del lavoro, questo tipo di frode non fa che esacerbare la già fragile rete di protezione sociale, spingendo queste persone verso un’esistenza ai margini.
Le ripercussioni sono un vero paradosso, un domino di irregolarità che colpisce duro. “Questo,” sottolinea la Cgil, “innesca una serie di irregolarità a catena”. Senza un permesso di soggiorno, questi lavoratori sono costretti a precipitare nel sommerso, accettando posti in nero e alloggi precari, mentre “Costretti a lavorare in nero, alimentano l’economia sommersa”. E non è solo un problema napoletano: i dati della Cgil dal 2022 al 2024 parlano di 398 casi gestiti, con 197 nella sola area di Napoli e provincia, 68 a Salerno, 43 a Caserta, e altri diffusi in Campania e oltre, spesso gestiti da consulenti locali. Settori come l’agricoltura, la ristorazione, il tessile e l’edilizia – pilastri della nostra economia regionale – diventano campi di battaglia per lo sfruttamento, alimentando un sistema che, da osservatore del territorio, mi fa riflettere su quanto poco stiamo facendo per spezzare questo circolo.
Nicola Ricci, segretario generale della Cgil Napoli e Campania, non usa mezzi termini nel puntare il dito contro le falle strutturali. “Il lavoratore extracomunitario viene beffato due volte: non trova il datore di lavoro, che è fasullo, e non ha nemmeno diritto al permesso di soggiorno”. È una critica che risuona forte, soprattutto considerando come la legge Bossi-Fini e il Decreto Flussi abbiano creato una filiera in mano alla criminalità, con false aspettative e aziende fantasma. “Come sindacato, abbiamo sempre sostenuto che il Decreto Flussi non funziona”, aggiunge Ricci, e non posso che concordare: in una città come la nostra, dove la disoccupazione e l’irregolarità sono già endemiche, questo fallimento istituzionale non fa che rafforzare le disuguaglianze sociali e aprire la porta a traffici sotterranei.
In un momento cruciale, “nelle settimane in cui il Governo si appresta ad approvare la legge Finanziaria”, la Cgil lancia un appello chiaro: servono risorse per aiutare questi individui a uscire dall’ombra e un sostegno concreto alla magistratura per smantellare questo meccanismo. Come cronista locale, immerso in queste realtà quotidiane, vedo in questa richiesta non solo una necessità, ma un’opportunità per Napoli di dimostrare la sua anima solidale, riscattandosi da un sistema che troppo spesso sembra progettato per fallire. È tempo che le nostre istituzioni guardino oltre i decreti e vedano le facce dietro i numeri.
