Cronaca
Ischia, il tatuaggio traditore: un asso di picche svela il ladro locale e fa riflettere sul destino dell’isola.
Il tatuaggio che ha tradito il ladro di Ischia: un autogol sotto il sole isolano #Ischia #FurtiLocali #SicurezzaTuristica
Ischia, l’isola che vive di turismo e tranquillità, si trova ancora una volta a fare i conti con i soliti noti che non resistono alla tentazione di un colpo facile. Stavolta, un furto notturno in un bar di Corso Vittorio Colonna è finito in un vero e proprio boomerang grazie a un dettaglio del corpo del ladro, che ha trasformato una notte buia in una mattinata di rimpianti per tutti.
Immaginatevi il titolare del locale, un imprenditore del posto che si è fatto le ossa tra i vicoli affollati dell’isola, che arriva al bar all’alba solo per scoprire una scena da film: la porta d’ingresso forzata, la cassa svuotata di 11mila euro in contanti accumulati dalla serata precedente, e i sei tablet dei dipendenti scomparsi nel nulla. È il classico incubo per chi, come tanti qui a Ischia, investe tutto in un’attività che dovrebbe reggere sulle onde del mare e non sulle onde dei furti. Senza esitare, ha chiamato i carabinieri della stazione locale, che conoscono bene le dinamiche di queste strade – dove ogni angolo ha una storia e ogni faccia un passato.
Le indagini sono partite a razzo, e le telecamere di videosorveglianza della via hanno fornito il colpo di scena. Gli agenti, zoomingando sulle immagini, hanno individuato un particolare che non lascia scampo: il sospettato, ripreso mentre armeggiava con la serratura, sfoggiava un tatuaggio inconfondibile sull’avambraccio destro, con due teschi e scritte enigmatiche, e sull’altro un asso di picche sulla mano destra. Quel marchio lo ha tradito come una firma. Qui a Ischia, dove i tatuaggi sono quasi un biglietto da visita per i giovani, questo dettaglio ha dimostrato quanto possa essere pericoloso mischiare stile personale con crimini improvvisati – un’ironia che non sfugge a chi vive l’isola, sapendo bene come i vecchi vicoli possano nascondere sia bellezze che brutte sorprese.
Non ci è voluto molto per collegare quel “marchio” a un 29enne del posto, già nel radar delle forze dell’ordine per precedenti guai. I carabinieri, esperti del territorio, hanno puntato dritto a un vecchio stabile abbandonato in Via Terme – un rifugio conosciuto da chi frequenta le zone meno battute dell’isola, magari per sfuggire al chiacchiericcio turistico. Nel blitz pomeridiano, lo hanno sorpreso con parte del bottino: blister di monete, buste contenenti 5mila euro in contanti e il borsone con i sei tablet rubati. Il resto del denaro? Probabilmente già dissipato o nascosto altrove, un classico sbaglio di chi pensa che l’isola sia un nascondiglio infinito.
Mentre il maltolto è stato restituito al proprietario, con un sospiro di sollievo che riecheggia tra i locali del corso, il giovane è stato denunciato per furto aggravato e ora le indagini continuano per smascherare eventuali complici. Qui a Ischia, dove la comunità è stretta e i legami forti, episodi come questo non fanno che rafforzare il dibattito su come proteggere le nostre attività dal ripetersi di questi colpi, magari investendo di più in sistemi di sicurezza che non si limitino a catturare l’immagine, ma prevengano il danno. È un promemoria amaro: in un posto dove la bellezza attrae visitatori da tutto il mondo, i furti domestici come questo ricordano che anche le piccole isole hanno le loro ombre, e che un tatuaggio, a volte, può essere la firma che chiude la storia.
