Seguici sui Social

Cronaca

Indagine su Totti e Noemi per abbandono minori: la denuncia di Ilary Blasi riaccende tensioni familiari nella Capitale.

Pubblicato

il

Indagine su Totti e Noemi per abbandono minori: la denuncia di Ilary Blasi riaccende tensioni familiari nella Capitale.

#TottiGate: Quando i VIP romani dimenticano i doveri di casa? Scandalo familiare nell’Urbe che fa discutere su responsabilità e privilegi

Roma, la città eterna, dove il glamour dei VIP si intreccia con le dinamiche quotidiane delle famiglie ordinarie, torna al centro di una controversia che solleva interrogativi sui veri costi della celebrità. Stavolta, l’ex campione Francesco Totti e la sua compagna Noemi Bocchi si trovano di fronte a un possibile processo per abbandono di minore, un episodio che ha acceso i riflettori sulle incongruenze tra vita privata e obblighi genitoriali in una metropoli come la nostra, sempre in bilico tra antico e moderno.

Immaginate la scena: il 26 maggio 2023, Totti e Bocchi decidono di concedersi una serata fuori per una cena, lasciando soli in casa i loro figli, di 7, 9 e 11 anni, per più di tre ore. Come cronista locale, non posso fare a meno di riflettere su quanto questo rifletta una certa superficialità che, qui a Roma, sembra permeare le élite, soprattutto quando le responsabilità familiari vengono messe in secondo piano rispetto ai piaceri della nightlife. È un classico della Capitale, dove i quartieri esclusivi come quelli frequentati dai calciatori diventano bolle isolate, ma le conseguenze reali bussano sempre alla porta.

A innescare l’allarme è stata l’ex moglie di Totti, Ilary Blasi, che si trovava all’estero. Durante una chiamata alla figlia Isabel, ha ricevuto una risposta che ha gelato tutti: «Mamma, non c’è nessun adulto». Questa frase, semplice e diretta, ha catapultato la situazione nell’emergenza, evidenziando come, in una città caotica come Roma, una simile mancanza di supervisione possa trasformarsi in un rischio concreto. Blasi, da madre attenta e forse ancora ferita dalle dinamiche post-separazione, ha reagito prontamente: alle 22:56, ha allertato il 112, spiegando che una delle bambine aveva avuto in passato crisi respiratorie e richiedendo un intervento immediato.

Ma ecco il twist che, da romano doc, mi fa scuotere la testa: la volante della polizia è arrivata sul posto alle 23:20, eppure non è salita immediatamente, attendendo «in attesa di personale femminile». Critichiamo pure le procedure, ma in una città dove il traffico e le lentezze burocratiche sono pane quotidiano, questa attesa di 40 minuti sembra un’ennesima dimostrazione di come il sistema non sempre funzioni al meglio, specialmente quando si tratta di casi delicati come quelli dei minori. Nel frattempo, si è messa in moto una catena di telefonate che ha un sapore quasi comico, se non fosse per la serietà della faccenda: alle 23:33, il dirigente di polizia Massimo Improta ha contattato Carlo Feliziani dell’AS Roma; due minuti dopo, Feliziani ha chiamato Vito Scala, che a sua volta ha raggiunto Totti alle 23:37. Pensateci: l’ex capitano della Roma era già avvisato mentre la polizia stazionava inutilmente nel piazzale da ben 20 minuti. Da locale, mi chiedo se queste reti di contatti “VIP” accelerino o rallentino le cose, creando disparità evidenti rispetto a come verrebbero gestite situazioni analoghe in famiglie meno influenti.

Poi, la narrazione si complica con gli alibi e le tempistiche contraddittorie. Alle 23:50 è arrivato Cristian, il figlio maggiorenne di Totti, che è salito da solo nell’attico, ma gli agenti si sono limitati a identificarlo senza accompagnarlo o verificare la sicurezza dei bambini, restando fermi al piano di sotto. Infine, alle 23:57, è comparsa la tata Cocos Mandica. Secondo la procura, il portiere del palazzo le aveva chiesto di salire su indicazione di qualcuno vicino a Totti, ma le dichiarazioni della donna agli avvocati di Blasi raccontano una versione diversa: avrebbe affermato di essere stata nell’attico «dalle 21 a mezzanotte». I tabulati, però, smentiscono categoricamente questa ricostruzione, mostrando che è entrata solo pochi minuti prima della mezzanotte. Come giornalista embedded nelle storie romane, vedo qui un classico esempio di come le versioni ufficiali spesso si scontrino con la realtà, alimentando dubbi su affidabilità e trasparenza.

Alla fine, i pm hanno optato per l’archiviazione, sostenendo che i bambini non fossero in pericolo concreto – una decisione che, da osservatore critico, mi pare un po’ troppo indulgente, considerando il contesto di una città dove emergenze come il traffico o ritardi nei soccorsi potrebbero aggravare qualsiasi situazione. Ma i legali di Ilary Blasi non ci stanno: puntano il dito sul fatto che non c’era alcun incarico formale per la tata, che la bambina di 7 anni era da sola in giro per l’attico mentre gli altri erano altrove, e che nessun adulto era presente fino alle 23:57. Aggiungono che la polizia ha tardato 40 minuti a intervenire e Totti ha impiegato quasi mezz’ora a tornare dopo l’avviso. Se fosse successo qualcosa di grave, come una crisi respiratoria, nessuno avrebbe potuto agire in tempo – un’argomentazione che, nel realismo romano, fa eco alle tante storie di disservizi che sentiamo ogni giorno nei nostri quartieri.

Questa vicenda, al di là dei nomi celebri, ci spinge a riflettere su quanto la vita dei VIP a Roma sia un riflesso distorto della nostra società: privilegi che coesistono con vulnerabilità, e responsabilità genitoriali che non dovrebbero mai essere subordinate a una cena fuori. Come cronista del territorio, resto convinto che episodi del genere debbano servire da campanello d’allarme per tutti noi, ricordandoci che, dietro le luci della ribalta, ci sono famiglie reali che meritano protezione e attenzione.

Fonte

Questo sito web non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità.
Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001.
Alcuni contenuti sono generati attraverso una combinazione di una tecnologia proprietaria di IA e la creatività di autori indipendenti.
Per contatti [email protected]