Cronaca
Incidente sui binari in Calabria: persona investita, ritardi fino a otto ore, un altro segnale dei problemi cronici dei trasporti locali.
#TragediaSuiBinari: Quando un incidente blocca il Sud d’Italia e rivela le crepe del nostro sistema ferroviario
In una mattina come tante altre, una tragedia sui binari tra Sapri e Paola ha trasformato il traffico ferroviario del Sud in un caos totale, lasciando migliaia di pendolari e viaggiatori a fare i conti con ritardi che parlano di un’infrastruttura sempre al limite. Come giornalista locale che conosce bene queste dinamiche, non posso fare a meno di riflettere su come eventi del genere non siano solo incidenti isolati, ma sintomi di un sistema che arranca, penalizzando chi dipende dai treni per lavoro o famiglia. Qui al Sud, dove i collegamenti sono già una promessa non mantenuta, questa è l’ennesima conferma che il treno, simbolo di un’Italia unita, rimane un lusso per pochi.
L’incidente è avvenuto questa mattina nel tratto tra Sapri e Paola, in Calabria, dove una persona è stata investita da un treno, provocando un blocco immediato della circolazione. I disagi si sono propagati come un’onda, colpendo l’intera rete dell’alta velocità e trasformando viaggi di routine in odissee. Prendete il treno 8418, partito da Reggio Calabria Centrale alle 5:53 con destinazione Venezia Santa Lucia: oltre 500 minuti di ritardo, più di otto ore di viaggio in più rispetto al previsto, un ritardo che ha fatto impazzire i passeggeri, costretti a riprogrammare intere giornate. Non è da meno il convoglio 9584, partito da Reggio Calabria alle 6:25 e diretto a Torino Porta Nuova, che ha accumulato oltre 400 minuti di ritardo, quasi sette ore – un’eternità per chi, dal Sud, cerca di raggiungere il Nord per affari o studio.
A Napoli Centrale, il cuore pulsante dei trasporti meridionali, la situazione è stata un vero incubo per tutta la mattinata. I tabelloni luminosi mostravano ritardi tra i 250 e i 390 minuti, con centinaia di persone ammassate, in attesa o alla caccia di informazioni frammentarie. Ho visto scene familiari: famiglie con bagagli, studenti in ritardo per le lezioni, lavoratori stressati – tutti a mormorare la solita frustratione. Sul posto, le forze dell’ordine e il personale ferroviario sono intervenuti per i rilievi e la rimozione, consentendo una circolazione parzialmente ripristinata solo dopo ore di paralisi. Ma questo non è solo un fatto di cronaca; è un richiamo alla realtà di un Sud dove le reti ferroviarie sono sottovalutate, con investimenti cronici che non arrivano e un’età media dei binari che ci fa sembrare ancora nell’Ottocento. Come possiamo pretendere che la gente si sposti se un singolo evento manda tutto in tilt?
Alla fine, questa tragedia non è solo una statistica di ritardi; è un specchio delle disuguaglianze territoriali che viviamo ogni giorno. Mentre il Nord sfreccia con treni puntuali, quaggiù paghiamo il prezzo di una mobilità inceppata, che frena lo sviluppo e alimenta la rabbia di chi, come me, racconta queste storie per non farle dimenticare. È ora di un cambio di rotta, prima che un altro incidente ci blocchi di nuovo.
