Cronaca
In Terra dei Fuochi, Carabinieri intervengono: sequestri e quattro denunce per reati ambientali, un’altra battaglia contro il disastro ecologico.
#TerraDeiFuochiInFiamme: I Carabinieri intensificano la caccia ai veleni, sequestrando aree e denunciando colpevoli in provincia di Caserta
Nella Terra dei Fuochi, quel territorio martoriato che molti di noi chiamano casa, la battaglia contro i rifiuti tossici non accenna a fermarsi. Come cronista locale, cresciuto tra queste strade dove il verde delle campagne è spesso offuscato da cumuli di scarti, osservo con un misto di amarezza e speranza le ultime operazioni dei Carabinieri del Comando Provinciale di Caserta. Questi interventi non sono solo numeri su un rapporto; sono un riflesso delle dinamiche quotidiane che avvelenano la nostra terra, mettendo a rischio la salute di chi ci vive e l’economia di un’area già provata da decenni di incuria.
I controlli, condotti dalle Compagnie e dai Nuclei Forestali nei comuni di Casal di Principe, Teverola, Gricignano di Aversa e Villa Literno, hanno portato al sequestro di cinque aree e alla denuncia di quattro persone. È un bilancio che suona come una sveglia per la comunità: quante volte abbiamo visto terreni fertili trasformati in discariche, o aziende che operano nell’ombra, ignorando le regole per un pugno di euro in più? Eppure, è anche un segnale che le istituzioni stanno rispondendo, anche se con un ritardo che ci fa interrogare sul perché non sia sempre così.
A Casal di Principe, tra il 21 e il 29 novembre, gli agenti hanno svelato attività industriali che sfidano apertamente la legge. In via San Donato, un’impresa edile produceva calcestruzzo senza le necessarie autorizzazioni, bruciando scarti industriali e riversando fanghi tossici direttamente sulla strada. Intorno, i campi agricoli – un tempo fonte di orgoglio per i nostri contadini – erano invasi da un caos di pneumatici, residui ferrosi, oli esausti e materiali meccanici. Poco distante, in via Bovio, una carrozzeria operava senza titolo, accumulando scarti pericolosi come vernici e componenti metallici. Da locale, mi chiedo: come possiamo attrarre turisti o investitori in un contesto dove l’illegalità è così radicata, erodendo non solo l’ambiente ma anche la fiducia nella nostra capacità di rinascita?
A Teverola, il 26 novembre, un’ispezione congiunta ha colpito una riserva aziendale nell’area PIP, dove erano accatastati materiali ferrosi considerati rifiuti speciali pericolosi. Il titolare è stato denunciato e ora affronta sanzioni che superano i sedicimila euro. È una misura che, per quanto necessaria, solleva riflessioni sul sistema: le multe bastano a scoraggiare chi vede nel business dei rifiuti un’alternativa facile, o dobbiamo puntare a una prevenzione più robusta, magari con controlli preventivi che coinvolgano la comunità?
Il 24 novembre a Gricignano di Aversa, i Carabinieri hanno intercettato circa quindici tonnellate di rifiuti abbandonati lungo una strada consortile vicino a via della Stazione, trasformando un’area in una discarica improvvisata. Ora, sequestrata e affidata al Comune per la bonifica, questa zona diventa un altro simbolo della nostra lotta quotidiana. Come giornalista del posto, non posso fare a meno di pensare a quanto costo sociale ci sia: le famiglie qui respirano aria contaminata, i bambini giocano vicino a pericoli invisibili, e il Comune deve poi attingere a risorse limitate per ripulire il disastro.
Infine, il 20 novembre a Villa Literno, un terreno agricolo di mille metri quadrati in via Vecchia Aversa è stato trovato pieno di oli esausti, taniche di vernici, pneumatici e rifiuti ferrosi. Le indagini sono in corso per identificare i responsabili, un passo che, speriamo, porti a giustizia vera e non a un altro capitolo di impunità.
In sintesi, con cinque aree sotto sequestro e quattro denunce, l’impegno dei Carabinieri dimostra che la provincia non si arrende. Ma da chi vive queste realtà giorno dopo giorno, è chiaro che servono più che pattuglie: educazione, collaborazione tra residenti e autorità, e politiche che rendano il rispetto ambientale non un’opzione, ma una necessità per salvaguardare il nostro futuro. La Terra dei Fuochi merita di più di semplici interventi; merita una rinascita che parta dal basso.
