Cronaca
In Campania, Fico supera Cirielli nei sondaggi: PD e FDI in un duello serrato che rispecchia il clima locale.
#CampaniaInGara: Sondaggio TiraAriaDiSvolta, Fico Avanti su Cirielli per un Soffio – Ma Quanto è Volatile Questa Corsa? #ElezioniRegionali #Campania2025
Qui in Campania, dove il Vesuvio non è l’unica cosa che ribolle, l’ultimo sondaggio ci regala una fotografia elettrizzante – e un po’ inquietante – della nostra prossima sfida per la Regione. A meno di tre settimane dalle urne, Roberto Fico del centrosinistra si trova in vantaggio su Edmondo Cirielli del centrodestra per soli 6,5 punti, un margine che, per chi vive queste strade polverose e trafficate, sa benissimo quanto possa evaporare in un battito di ciglia. Non è solo un numero: è un segnale che le dinamiche locali, dalla disoccupazione cronica ai problemi di infrastrutture, stanno scuotendo gli elettori come un terremoto improvviso.
Questo sondaggio, condotto tra il 4 e il 5 novembre con interviste a un campione rappresentativo, ci racconta di una Campania divisa ma combattiva. Fico naviga in una forchetta del 49% al 53%, mentre Cirielli si attesta tra il 42,5% e il 46,5%. Per un campano come me, che vede ogni giorno le code alle ASL o le proteste per i fondi mancanti, questo quasi pareggio è un campanello d’allarme: significa che il centrosinistra deve correre ai ripari per non perdere slancio, magari ricordando ai cittadini come le loro promesse su sanità e ambiente possano davvero fare la differenza. Dall’altra parte, il centrodestra potrebbe capitalizzare su temi caldi come la sicurezza e l’economia, ma solo se Cirielli convince gli scettici che non è solo un’altra voce dai palazzi romani.
Certo, non è tutto rose e fiori per nessuno. Gli altri candidati arrancano tra il 2,5% e il 6,5%, e con un 15% di indecisi – un esercito silenzioso che potrebbe decidere tutto – la stima di affluenza al voto si ferma al 49,5%. Qui, tra Napoli e le province, so per esperienza che questi indecisi non sono solo numeri: sono i nostri vicini, gli operai delle fabbriche in crisi o i giovani emigrati che si chiedono se valga la pena tornare per votare. E quando si parla di partiti, i numeri parlano chiaro: per il centrosinistra, Pd (17% – 21%), M5s (12% – 16%), Avs (5% – 9%), e Altre liste con Fico (9% – 13%). Per il centrodestra, Fdi (18% – 22%), Forza Italia (10% – 14%), Lega (2,5% – 6,5%), e Altre liste con Cirielli (6% – 10%). Infine, ALTRI partiti (2,5% – 6,5%).
Da cronista del territorio, non posso fare a meno di riflettere su come questi dati specchio le nostre realtà quotidiane. Il centrosinistra sembra ancora radicato nelle periferie, dove le famiglie contano sui servizi sociali, ma il centrodestra sta guadagnando tra chi è stanco di promesse non mantenute e guarda al futuro con scetticismo. È una gara che potrebbe ribaltare equilibri storici, e se da un lato è eccitante, dall’altro fa sorgere domande: quanti di noi voteranno davvero, e quanti resteranno a casa, lasciandoci con un governatore eletto da una minoranza? In Campania, dove ogni elezione è un dramma shakespeariano, questa è l’ennesima occasione per dimostrare che il nostro voto non è solo un rito, ma un vero atto di ribellione contro le nostre sfide quotidiane.
