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Cronaca

In Campania, Fico spinge sull’acceleratore, ma il centrodestra resiste. Cirielli: “Sondaggi? Dipendono da chi li finanzia” – Realtà locale docet.

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In Campania, Fico spinge sull’acceleratore, ma il centrodestra resiste. Cirielli: “Sondaggi? Dipendono da chi li finanzia” – Realtà locale docet.

#FicoInTestaInCampania: La Corsa Elettorale Si Infiamma a Quindici Giorni dal Voto

In Campania, dove le elezioni sono sempre una questione di nervi tesi e alleanze fragili, Roberto Fico sta cavalcando l’onda dei sondaggi con Giuseppe Conte al fianco, ma la vera sfida è tenere i piedi per terra in una terra che sa bene come le promesse elettorali possano naufragare tra burocrazia e disillusioni. Come cronista del posto, vedo in questi numeri non solo un vantaggio, ma un campanello d’allarme per una regione che ha bisogno di più che statistiche: ha bisogno di risultati concreti su lavoro, infrastrutture e quel contatto diretto con la gente che troppe volte si perde nei palazzi romani.

I sondaggi, infatti, dipingono un quadro roseo per Fico, che secondo le ultime rilevazioni si posiziona nettamente avanti rispetto al rivale del centrodestra, Edmondo Cirielli. “Lasciano il tempo che trovano — ha detto —. Noi dobbiamo solo continuare a lavorare per il territorio, ascoltare le persone, spiegare i nostri progetti”, ribatte Fico, e qui in Campania non posso che annuire: parole che risuonano vere tra chi, come me, ha visto governi promettere e poi sparire. L’ultimo dato di Nando Pagnoncelli per il Corriere della Sera lo vede al 53% contro il 42,5% di Cirielli, mentre Repubblica, unendo i numeri di Noto e Swg, spinge il vantaggio a un 54,5% contro 42,5%. Eppure, sullo sfondo, c’è la figura ingombrante di Vincenzo De Luca, con la sua lista “A testa alta” stimata al 6,5%, e il Partito Democratico che si conferma primo partito davanti a Fratelli d’Italia e Forza Italia. Per noi locali, De Luca è un’istituzione – un po’ amato, un po’ controverso – e il suo peso potrebbe scuotere equilibri che sembrano già precari.

Quello che preoccupa di più, però, è il possibile crollo dell’affluenza, che potrebbe fermarsi al 44%, undici punti in meno rispetto al 2020. È un trend che non stupisce chi vive qui: tra disincanto per la politica e le difficoltà quotidiane, molti campani potrebbero semplicemente restare a casa, lasciando campo libero a chi sa mobilitare le basi. Giuseppe Conte, sempre al fianco di Fico nei tour, mantiene un approccio cauto: “Non mi lascio appassionare dai sondaggi del giorno, penso alle traiettorie, alla solidità del progetto politico e al contatto con le persone”. Come osservatore del territorio, apprezzo questa linea – è un promemoria che in Campania, dove le storie personali si intrecciano con la politica, i numeri valgono poco senza un legame vero con la comunità.

Dall’altro lato, Cirielli non ci sta e alza la voce, accusando i sondaggi di essere manipolati: “I sondaggi fanno quello che dice chi li paga. Dispiace che grandi giornali, notoriamente contro il governo, pensino di influenzare così il voto”. E rilancia con energia: “Noi continuiamo a incontrare la gente, nelle case, nelle piazze, con le associazioni. Non ci fermiamo”. Da cronista locale, devo dire che c’è del vero in questa critica: qui, tra Napoli e le province, i media nazionali spesso dipingono la nostra regione con pennellate troppo larghe, ignorando le sfumature che fanno la differenza. Ma la campagna sta diventando sempre più personale, e questo mi fa riflettere sul rischio di perdere di vista le vere priorità. Prendete le accuse del centrodestra a Fico, che lo vedono coinvolto in una faccenda di ormeggio abusivo di una barca nel porto militare di Nisida – un episodio che ha spinto il deputato Sergio Rastrelli a interrogare il ministro della Difesa Guido Crosetto. Fico liquida la cosa con disprezzo: “La destra non ha argomenti, attacca sul piano personale. Noi vinceremo bene, e queste stupidaggini le lasceremo al passato”. In una terra come la nostra, dove le faide politiche sono pane quotidiano, queste schermaglie appaiono come l’ennesima distrazione da problemi reali, come il lavoro precario o la gestione dei fondi europei.

Insomma, mentre la campagna elettorale infuria, noi campani ci chiediamo se tutto questo fermento si tradurrà in cambiamenti tangibili. Fico e Conte hanno l’opportunità di dimostrare che il loro progetto è radicato nel territorio, ma la storia insegna che qui, tra entusiasmo e scetticismo, il voto è sempre una scommessa. Con quindici giorni ancora da giocare, l’aria è elettrica – e speriamo che, alla fine, prevalga la sostanza su queste schermaglie da campagna.

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