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Cronaca

Fuorigrotta, l’ennesimo allarme ignorato: 14enne investita poco dopo la protesta sul territorio.

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Fuorigrotta, l’ennesimo allarme ignorato: 14enne investita poco dopo la protesta sul territorio.

#TragediaAnnunciataAFuorigrotta: Una Ragazza di 14 Anni Investita in una Zona a Rischio, tra Degrado e Appelli Ignorati

Napoli, quartiere Fuorigrotta – Qui, dove le strade sono un labirinto di vita quotidiana e pericoli nascosti, una notte ha portato con sé l’ennesima prova che le nostre grida d’allarme non bastano. Una ragazza di appena 14 anni è stata travolta da un’auto vicino a un locale affollato di adolescenti, trasformando una serata spensierata in un incubo. Trasportata d’urgenza all’ospedale Cardarelli, la giovane è tuttora ricoverata in condizioni che tengono tutti col fiato sospeso. Come cronista locale, non posso fare a meno di riflettere su quanto questo episodio sia il sintomo di un sistema che barcolla: le nostre vie, un tempo sicure per i giovani, ora sembrano trappole pronte a scattare.

Le forze dell’ordine sono al lavoro per chiarire la dinamica e individuare eventuali colpe, ma la vera domanda che ci poniamo noi residenti è: quante volte dovremo assistere a queste tragedie prima che qualcuno agisca davvero? È una storia fin troppo familiare per chi vive qui, tra il caos del traffico e l’assenza di controlli che rende Fuorigrotta un terreno fertile per l’incuria. Solo poche ore prima dell’incidente, la zona era stata al centro di una manifestazione dei Verdi, un evento che ha denunciato con forza il degrado e la mancanza di sorveglianza, quasi come un presagio di ciò che sarebbe accaduto.

A guidare la protesta c’era il parlamentare di Alleanza Verdi-Sinistra, Francesco Emilio Borrelli, che ora si scaglia contro l’indifferenza generale. Ricordando la serata, lui spiega: “Siamo rimasti fino alle 23,30 circa”, descrivendo un quadro desolante che ho visto ripetutamente nei miei giri per il quartiere. “Eravamo circondati da ragazzini, in molti casi con meno di 12 anni, senza genitori. Tanti minorenni che correvano a tutta velocità lungo le aree limitrofe allo stadio Maradona senza alcun controllo”. È una critica che risuona forte tra noi locali: come possiamo permettere che i nostri figli diventino prede di strade senza regole? Borrelli’s parole non sono solo un reportage, ma un’accusa diretta a una società che delega tutto alle istituzioni, dimenticando le responsabilità familiari e comunitarie.

E poi c’è l’elemento che rende tutto ancora più straziante: alla manifestazione aveva partecipato, in forma simbolica, il padre di Rita Granata, una delle tante giovani vite spezzate dalla violenza stradale. La sua presenza era un monito vivo, un richiamo alle coscienze che, purtroppo, si è trasformato in una profezia dolorosa. Come qualcuno che conosce bene queste dinamiche, mi chiedo: stiamo forse anestetizzando il dolore collettivo, permettendo che questi appelli cadano nel vuoto? Borrelli non si trattiene, e con ragione: “Qui non solo c’è bisogno di più forze dell’ordine”, incalza, “ma è necessario intervenire sulle famiglie che permettono tutto ciò. Siamo all’anarchia totale oramai”. Questa affermazione, intrisa di realismo crudo, sottolinea una verità scomoda per Fuorigrotta – e per Napoli intera – dove il mix di indifferenza parentale e sottovalutazione istituzionale alimenta un ciclo di pericoli.

Ora, la rabbia e la mobilitazione crescono, e non è solo una reazione emotiva: è una chiamata alle armi per chi, come me, vede in questo quartiere un potenziale sprecato. Per stasera, lunedì 10 novembre, è in programma un altro presidio alle 22,30, con la partecipazione di residenti e dello stesso Borrelli, per trasformare l’emergenza in una priorità concreta. Non si tratta solo di più pattuglie o barriere; è il momento di riscrivere le regole di questo territorio, prima che altre famiglie piangano le loro perdite. Qui, a Fuorigrotta, la sicurezza dei giovani non è un lusso, ma una necessità urgente che non possiamo più rimandare.

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