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Cronaca

Finalmente in zona: addio autovelox irregolari, multe invalidate per i non conformi (72 caratteri)

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#AutoveloxSottoEsame: In Italia scatta l’era della trasparenza, ma pioggia di ricorsi in vista per chi ha ignorato le regole

In questa Italia dove le strade sono un campo di battaglia tra velocità e controlli, è scattato il momento decisivo per la regolamentazione degli autovelox, un tema che tocca da vicino ogni pendolare e amministrazione locale. Da venerdì 29 novembre, un giro di vite ministeriale ha messo fine all’impunità degli apparecchi non dichiarati, costringendo Comuni, enti e forze dell’ordine a spegnere quei dispositivi non inseriti nella piattaforma ufficiale. Per le amministrazioni che non si sono adeguate, il risultato è immediato: le multe emesse diventano assolutamente nulle, un segnale che potrebbe alleggerire il portafoglio dei cittadini, ma anche esporre i bilanci locali a buchi imprevisti.

Questa mossa, figlia del decreto direttoriale n. 367 del 29 settembre 2025, ha dato 60 giorni agli enti per mettersi in regola, un termine ormai scaduto che ha portato alla pubblicazione della tanto discussa “White List” del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Come giornalista locale, conosco bene quanto questo elenco – consultabile da chiunque – possa cambiare le dinamiche quotidiane: è un passo verso la trasparenza in un settore spesso criticato come una forma di “tassa occulta”, dove gli autovelox sembrano più uno strumento per fare cassa che per garantire sicurezza. Riflettendo sulle nostre strade affollate, mi chiedo se questo non sia un’opportunità per i Comuni di ripensare a politiche più educate, anziché affidarsi a sanzioni che alimentano sospetti e malcontento.

A vigilare sulla faccenda c’è il Codacons, che ha evidenziato come la condivisione dei dati – dalla localizzazione al modello – sia ora imprescindibile per l’uso legittimo di questi dispositivi. L’associazione non ha risparmiato un’analisi economica: nelle prime 20 città italiane, il “tesoretto” generato dalle multe per eccesso di velocità ha raggiunto i 203 milioni di euro nel triennio 2022-2024, un gruzzolo che sottolinea quanto questi controlli incidano sui bilanci locali. Ma, come ammonisce il Codacons, “Chi non ha fornito i dati richiesti non potrà più utilizzare Autovelox sul proprio territorio”, e le contravvenzioni da apparecchi non registrati “saranno a tutti gli effetti nulle”. Da un punto di vista locale, questa è una sveglia per le amministrazioni spesso lente, che potrebbero ora dover giustificare ai contribuenti perché hanno perso una simile fonte di entrate, magari per negligenza burocratica.

Tuttavia, il vero nodo gordiano resta l’omologazione tecnica, un caos che perdura da 20 mesi a seguito della sentenza della Cassazione del aprile 2024. Questa ha decretato la nullità delle multe da apparecchi solo “approvati” e non “omologati”, lasciando nell’incertezza quasi il 60% degli autovelox fissi e oltre il 67% di quelli mobili, molti dei quali installati prima del 2017. Come chi vive e respira queste dinamiche territoriali, vedo in arrivo una tempesta di ricorsi: gli automobilisti, già esasperati dal traffico e dalle incongruenze delle regole, potrebbero sfruttare questa falla per contestare anni di sanzioni. È un riflesso critico della pubblica amministrazione italiana, dove burocrazie sovrapposte creano più problemi che soluzioni, e dove, alla fine, sono i cittadini a pagare – o a risparmiare – le conseguenze di un sistema che arranca a tenere il passo con la modernità.

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