Cronaca
Ercolano: finalmente le Terme Suburbane riaprono per tre sabati, un piccolo passo verso il rilancio del nostro patrimonio storico.
#ErcolanoRiapre: Le Terme Suburbane tornano accessibili per tre sabati imperdibili, un’opportunità per riscoprire le nostre radici antiche tra restauro e comunità vibrante
Qui a Ercolano, dove il Vesuvio fa da sentinella eterna sui nostri tesori sepolti, l’annuncio della riapertura straordinaria delle Terme Suburbane è come un soffio di vita fresca su un patrimonio che meriterebbe più attenzione quotidiana. Queste visite, che riprendono dopo il successo travolgente delle precedenti, non sono solo un evento turistico: sono un invito a riflettere su come gestiamo – o talvolta trascuriamo – la nostra eredità romana, in un territorio dove il passato e il presente si intrecciano con sfide reali, come il turismo di massa e i fondi pubblici sempre più stretti.
Per tre sabati consecutivi – il 15, il 22 e il 29 novembre 2025 – le porte di questo complesso termale, uno dei meglio conservati al mondo, si apriranno al pubblico in un’area solitamente off-limits, offrendo un accesso esclusivo a spazi che raccontano storie di benessere antico e lusso raffinato. È un’iniziativa che, da queste parti, genera sempre entusiasmo: i turni si esauriscono in un baleno, e non è un caso. Come locali, sappiamo bene quanto sia raro potersi immergere in queste architetture senza la folla estiva, e questo ci spinge a chiederci se simili opportunità non debbano diventare più regolari per educare le nuove generazioni al valore del nostro paesaggio culturale.
Le visite sono organizzate in due turni giornalieri, ognuno limitato a un massimo di 10 partecipanti per preservare l’integrità del sito: il primo dalle 10:30 alle 11:30, e il secondo dalle 11:30 alle 12:30. Situato tra la cinta muraria e l’antico arenile, il complesso non è solo un retaggio storico; fu originariamente un bagno privato della potente famiglia dei Nonii Balbi, che poi lo aprì all’uso pubblico, simboleggiando come l’élite romana integrasse il benessere personale con la vita comunitaria. È un dettaglio che, nel nostro contesto locale, fa eco alle dinamiche sociali odierne: quante volte, qui a Ercolano, ci lamentiamo della privatizzazione dei beni comuni, mentre questo sito ci ricorda che un tempo il lusso era condiviso?
Quello che rende le Terme Suburbane un vero gioiello – e un motivo di orgoglio critico per noi che viviamo all’ombra del Vesuvio – sono gli elementi unici che sfidano il tempo: pavimenti marmorei di altissima qualità, decorazioni in stucco e pittura che parlano di un artigianato perduto, le rarissime porte lignee originali, e quel sistema innovativo di riscaldamento “a samovar” per le piscine calde, che resta un prodigio di conservazione. Queste caratteristiche non sono mere curiosità; testimoniano la sofisticatezza della società ercolanese, dove il corpo e lo spirito erano curati con la stessa attenzione che oggi, purtroppo, riserviamo più al turismo veloce che alla riflessione profonda. Come cronista del territorio, non posso fare a meno di notare come tali dettagli invitino a un confronto: in un’era di benessere moderno, quanto siamo lontani dalla raffinatezza romana, e quanto i nostri sforzi di conservazione – spesso ostacolati da burocrazie – sono vitali per non perdere tutto?
L’apertura è resa possibile da un ambizioso progetto di restauro e valorizzazione, sostenuto interamente da fondi pubblici statali e in collaborazione con il Packard Humanities Institute, che da quasi un quarto di secolo affianca il Parco Archeologico nel preservare il sito. Questa partnership è un esempio di come, nel nostro Sud, le risorse esterne possano colmare lacune locali, permettendo ai visitatori non solo di ammirare le architetture e le decorazioni, ma anche di osservare i restauri in corso. È un’opportunità educativa che, a mio avviso, potrebbe rafforzare il legame tra la comunità e il suo patrimonio, magari incoraggiando più dibattiti su come allocare i fondi per un turismo sostenibile, anziché relegarlo a eventi sporadici.
Per partecipare, le visite richiedono una prenotazione con un biglietto integrato di 20 €, che include l’ingresso al Parco Archeologico e copre l’accesso alle Terme. Il ricavato andrà a sostenere i restauri, un passo pragmatico che almeno in parte risponde alle critiche sui tagli ai finanziamenti culturali. Le gratuità sono previste secondo la normativa vigente. Potete prenotare online tramite il sito del Parco Archeologico di Ercolano gestito da CoopCulture, chiamare il call center al +39 081 0106490 (dal lunedì al sabato, dalle 9:00 alle 17:00), o recarvi direttamente alla biglietteria fino a esaurimento posti. In un’epoca in cui Ercolano lotta per bilanciare il flusso turistico con la vita quotidiana, eventi come questi sono più di un’attrazione: sono un appello a valorizzare ciò che ci rende unici, garantendo che questi tesori rimangano vivi per le generazioni future.
Questa riapertura, alla fine, non è solo una gita nel passato; è un promemoria per noi locali che il vero lusso sta nel preservare ciò che abbiamo, con realismo e un pizzico di quell’ironia vesuviana che ci aiuta a guardare avanti.
