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Cronaca

Ennesimo saccheggio di legname in Irpinia: 30 quintali di castagno abbattuti illegalmente, un colpo al nostro patrimonio verde.

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Ennesimo saccheggio di legname in Irpinia: 30 quintali di castagno abbattuti illegalmente, un colpo al nostro patrimonio verde.

#TaglioAbusivoInIrpinia: I Carabinieri Scoprono e Sequestrano 30 Quintali di Legna in Un’area Protetta del Nostro Territorio

Negli angoli più remoti dell’Irpinia, dove i boschi di castagno raccontano la storia secolare di queste montagne, un’operazione dei Carabinieri del Nucleo Forestale di Summonte ha portato alla luce un altro episodio di disprezzo per il nostro patrimonio naturale. Come cronista che vive e respira queste terre, non posso fare a meno di riflettere su come, in una regione come la Campania, dove l’equilibrio tra uomo e natura è già precario, gesti come questi accelerino il declino di ciò che ci rende unici.

I militari, impegnati nei loro controlli ambientali di routine per salvaguardare le aree boschive e paesaggistiche, hanno intercettato un 40enne del luogo mentre operava in un’area vincolata a Ospedaletto d’Alpinolo. L’uomo, denunciato in stato di libertà alla Procura di Avellino per furto di piante e distruzione di bellezze naturali, era impegnato a sezionare e caricare circa 30 quintali di legna di castagno su un trattore con rimorchio, senza il benché minimo permesso. È un richiamo amaro a una realtà che conosco bene: in queste zone montuose, dove la terra è sia sostentamento che eredità, la tentazione di aggirare le regole per un guadagno immediato può prevalere, ma a che prezzo?

Questi boschi non sono solo un tappeto verde per i nostri paesaggi; rappresentano un pilastro per la biodiversità locale e un baluardo contro i dissesti idrogeologici, specialmente in un’Irpinia segnata da pendii ripidi e piogge torrenziali. Come chi vive qui sa, ogni albero abbattuto non ruba solo una risorsa comune, ma destabilizza un ecosistema fragile, mettendo a rischio la fauna, il suolo e persino le nostre comunità che dipendono da questi ambienti per il turismo e l’agricoltura. È ironico, se ci pensate, che in un territorio dove il castagno è simbolo di tradizione e resistenza, qualcuno scelga di tradirlo per un profitto effimero.

Le forze dell’ordine non hanno perso tempo: immediato il sequestro del trattore, del rimorchio e dell’intera partita di legna, ora custodita a disposizione dell’autorità giudiziaria. L’individuo, radicato in questa zona, ora affronta sanzioni severe, inclusa la potenziale confisca dei mezzi, un deterrente che spero serva da lezione. Ma come giornalista locale, non posso ignorare il contesto più ampio: questo non è un caso isolato, bensì un capitolo di una campagna di vigilanza più estesa dei Carabinieri, destinata a continuare con ispezioni nei comuni vicini. È un segnale chiaro che, in Campania, la battaglia per preservare l’equilibrio tra sviluppo e natura deve intensificarsi, prima che le nostre colline diventino un ricordo sbiadito.

In fondo, eventi come questi ci invitano a una riflessione collettiva: come comunità irpina, dobbiamo tutti impegnarci a proteggere ciò che ci circonda, perché la vera ricchezza di queste terre non si misura in quintali di legna, ma nella loro capacità di nutrire le generazioni a venire.

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