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Cronaca

Ennesimo blitz al porto di Gioia Tauro: 175 kg di cocaina sequestrati, un altro segnale del persistere del problema locale. (85 caratteri)

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Ennesimo blitz al porto di Gioia Tauro: 175 kg di cocaina sequestrati, un altro segnale del persistere del problema locale. (85 caratteri)

Blitz al Porto di Gioia Tauro: Un altro scacco al narcotraffico che non lascia indifferenti i calabresi #GioiaTauroSiSveglia #AntidrogaCalabria #PortiSicuri

Qui a Gioia Tauro, dove il mare è sia una risorsa che una minaccia costante, l’ennesimo sequestro di droga ci ricorda quanto il nostro porto – cuore pulsante del commercio meridionale – sia al centro di una lotta senza quartiere contro le organizzazioni criminali. Non è solo una notizia di cronaca: è un segnale che, per chi vive in queste terre, risuona come un campanello d’allarme su quanto il narcotraffico sia intrecciato con le dinamiche locali, erodendo opportunità economiche oneste e alimentando un ciclo di dipendenza e corruzione.

Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, lavorando fianco a fianco con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ha sferrato un colpo significativo al traffico internazionale di stupefacenti. In un’operazione di routine ma dal peso enorme, sono stati intercettati e sequestrati più di 175 chilogrammi di cocaina purissima, nascosti abilmente in tre container arrivati dall’America Latina. È una tattica fin troppo familiare da queste parti: sfruttare la marea di spedizioni quotidiane per celare il male sotto un velo di normalità.

Come un cronista del territorio, non posso fare a meno di riflettere su come questi controlli intensificati rappresentino una barriera vitale, ma anche un promemoria delle vulnerabilità del nostro scalo. Ogni giorno, migliaia di container attraccano qui, portando non solo merci legittime, ma anche il rischio di rafforzare le reti criminali che da decenni sfruttano la posizione strategica della Calabria per alimentare mercati illeciti in Italia e oltre. I militari del Gruppo Gioia Tauro e i funzionari doganali hanno selezionato proprio quei tre container, dichiarati come carichi di prodotti ittici surgelati – polpo e gamberi – e li hanno passati al setaccio con scansioni radiogene e l’aiuto infallibile delle unità cinofile della Guardia di Finanza.

All’interno, 154 panetti di cocaina, per un totale che supera ampiamente i 175 chili, erano stati occultati con tecniche sofisticate, nel vano tentativo di superare i controlli che, da mesi, tengono d’occhio questo snodo cruciale. Se quella partita fosse arrivata a destinazione, avrebbe potuto fruttare alle cosche circa 30 milioni di euro, una cifra che, per la nostra economia locale già provata, equivale a un fiume di risorse sottratte a famiglie e imprese oneste. È un dato che non fa solo notizia: fa riflettere su come il narcotraffico prosciughi le speranze di una Calabria che aspira a un futuro pulito.

Ora, tutta la documentazione è già nelle mani della Procura della Repubblica di Palmi, dove il Procuratore Emanuele Crescenti e il magistrato di turno valuteranno i prossimi passi per approfondire le indagini. Questo sequestro non è solo un successo operativo; è la prova vivente dell’efficacia del lavoro congiunto tra Guardia di Finanza e Agenzia delle Dogane, un’alleanza che continua a erodere i flussi illeciti attraverso il principale hub marittimo del Sud. Tuttavia, come qualcuno che conosce bene queste strade, mi chiedo: basterà? Mentre celebriamo questi risultati, il territorio reclama più risorse e una strategia a lungo termine per trasformare Gioia Tauro da bersaglio prediletto dei trafficanti a simbolo di rinascita. Solo così potremo davvero voltare pagina.

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