Cronaca
Ennesimo assalto al bancomat di Sant’Anastasia: ladri usano auto rubata per sfondare lo sportello Unicredit, problema sicurezza che si ripete. (92 caratteri)
#AssaltoFallitoABancomat: A Sant’Anastasia, ladri tentano il colpo con un’auto rubata, ma la vigilanza sventa tutto
Qui a Sant’Anastasia, nel cuore del napoletano che conosco fin troppo bene, la notte porta con sé non solo il buio, ma anche ombre di insicurezza sempre più ingombranti. Stavolta, un gruppo di balordi ha provato a fare man bassa del bancomat Unicredit in Piazza IV Novembre, affidandosi alla solita, rozza tecnica della “spaccata”. Immaginate la scena: un’Alfa Romeo Giulietta, rubata chissà a chi nel quartiere, trasformata in un improvvisato ariete per sfondare lo sportello automatico. Il risultato? L’auto ridotta a un cumulo di lamiere abbandonate sul posto, e i ladri costretti alla fuga senza un euro in tasca, grazie al pronto intervento della vigilanza e delle forze dell’ordine. Come cronista locale, vi dico che questi episodi non sono più sorprese, ma un triste refrain che risuona nelle nostre strade, alimentando un senso di vulnerabilità che ci fa sentire sempre un passo indietro.
Questo tentato furto non è un caso isolato, ma un pezzo di un mosaico più ampio e preoccupante. Qui da noi, come in tante altre zone d’Italia, la criminalità predatoria è in piena ascesa, con statistiche ufficiali che parlano di un boom di furti d’auto e piccole malefatte di strada. Negli ultimi mesi, Sant’Anastasia ha visto una vera escalation: scippi, furti e assalti che tengono i cittadini con il fiato sospeso. È come se la nostra comunità, un tempo vivace e unita, stesse lottando contro un’onda che erode la quotidianità. Io, che percorro queste vie ogni giorno, non posso fare a meno di riflettere su come tutto ciò rifletta le fragilità del nostro territorio: strade affollate di giorno, ma esposte di notte, con risorse locali che arrancano per tenere il passo.
Proprio mentre scrivo, mi chiedo come siamo arrivati a questo punto. “Le immagini di quell’auto, rubata a un cittadino onesto e ridotta a un rottame per compiere un gesto criminale, rappresentano il simbolo di una violenza e un’audacia che non possiamo più tollerare,” dichiarano il deputato Francesco Emilio Borrelli e Ines Barone di Europa Verde. “Questi criminali agiscono con un senso di impunità che li fa sentire nell’Eldorado.” Parole che colpiscono nel segno, perché qui, nel nostro tessuto sociale, vediamo quotidianamente come un furto non sia solo un reato, ma un doppio schiaffo: il proprietario perde la sua auto e la vede usata per altri misfatti. È un circolo vizioso che denuncia una carenza cronica di personale nelle forze dell’ordine – pochi agenti, mezzi insufficienti – rendendo impossibile un controllo efficace. Come qualcuno del posto mi ha confidato, è come se stessimo giocando a rincorrere i problemi invece di prevenirli.
L’appello di Borrelli e Barone è chiaro e inevitabile: lo Stato deve intervenire in modo massiccio, rinforzando gli organici e fornendo gli strumenti necessari per arginare questa marea. “Lo Stato deve investire massicciamente in sicurezza, rafforzando gli organici delle forze dell’ordine e fornendo strumenti adeguati per contrastare questa ondata criminale,” concludono. “Non possiamo permettere che la paura e l’insicurezza diventino la normalità nelle nostre città.” Da cronista che vive queste dinamiche, non posso che concordare: è ora di trasformare le parole in azioni, perché Sant’Anastasia, e con lei tutto il napoletano, merita di più di notti interrotte da sirene e lamiere accartocciate. Se non affrontiamo questo ora, rischiamo che l’insicurezza diventi il nostro nuovo orizzonte.
