Cronaca
Ennesima frode fiscale da 33 milioni: sequestro maxi tra Campania e Veneto, un colpo al malaffare locale che non sorprende più.
Frode fiscale da 33 milioni: la Guardia di Finanza colpisce un network tra Veneto e Campania, smascherando l’ombra delle frodi IVA #FrodeCarosello #EPPO #GiustiziaLocale
In una terra come la Campania, dove l’economia quotidiana si intreccia con le sfide della legalità, l’ultima operazione della Guardia di Finanza non fa che confermare quanto sia sottile il confine tra affari leciti e illeciti. Qui, tra le vie affollate di Napoli e le periferie industriose, ci si abitua a storie di evasioni fiscali che drenano risorse vitali, lasciando imprese oneste a combattere contro prezzi stracciati e concorrenza sleale. Stavolta, un’indagine internazionale ha portato alla luce una maxi-frode “carosello” da oltre 33 milioni di euro, coordinata dall’EPPO di Venezia, con un sequestro preventivo di circa 33,8 milioni che ha colpito 7 persone e 24 società, mostrando come il crimine non si fermi ai confini regionali.
Come cronista locale, non posso fare a meno di riflettere su come queste dinamiche colpiscano il tessuto sociale della Campania. Le indagini, partite da alert su società in Veneto, hanno svelato un’associazione per delinquere specializzata in frodi IVA nel commercio all’ingrosso di prodotti per la detergenza e la cura personale. Queste operazioni, condotte in stretto collegamento con le autorità croate, hanno ricostruito uno schema fraudolento dove società fittizie all’estero acquistavano merci da grossisti italiani – molti dei quali radicati nel Veronese – per poi farle “girare” attraverso entità fantasma qui da noi, in Campania. È un meccanismo che conosco bene, uno di quei trucchi che prosciugano le casse pubbliche e penalizzano chi gioca pulito, lasciando sul campo disoccupazione e sfiducia.
Purtroppo, questo non è solo un caso isolato: l’uso di “missing trader”, ovvero società fantasma con base nel Napoletano, e di “cartiere” estere gestite da prestanome – spesso nullatenenti usati come teste di legno – rende il sistema ancora più insidioso. Gli indagati, per confondere le tracce, ricorrevano a un continuo turnover di società, creando una supply chain finta e complessa che permetteva un risparmio fiscale indebito di oltre 33 milioni. Come locale, vedo l’impatto diretto: prezzi aggressivi che inondano il mercato, danneggiando le piccole imprese campane che pagano le tasse e lottano per sopravvivere. È un gioco al ribasso che non solo svuota l’erario, ma erode la fiducia in un’economia già fragile.
Le autorità, tra cui il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Verona, hanno eseguito perquisizioni e sequestri in Campania, con il supporto dei Nuclei di Napoli, Pozzuoli e Nocera Inferiore, mentre in Croazia sono scattati arresti e operazioni parallele. Questo intervento, basato su ipotesi di reato ancora da verificare, sottolinea l’impegno della Guardia di Finanza e dell’EPPO nel proteggere il bilancio europeo da tali illeciti. Tuttavia, come chi vive queste storie ogni giorno, mi chiedo quanto ancora dovremo attendere per vedere una vera deterrenza: queste frodi non sono solo numeri, sono un tradimento alle comunità che dipendono da regole chiare.
In fondo, operazioni come questa ricordano a tutti noi l’importanza di un sistema giudiziario vigile, capace di ripristinare equità in un contesto dove le frodi IVA alterano la concorrenza e penalizzano gli onesti. La strada per la giustizia è lunga, ma resta l’unica via per un’economia locale pulita e sostenibile.
