Cronaca
Due fratelli del Napoletano arrestati per tentato omicidio in Romania: un fatto che rivela i legami oscuri del nostro territorio.
#NapoliSulleTracceDeiFuggitivi: Fratelli rumeni catturati per tentato omicidio, un altro capitolo nella rete internazionale della giustizia
Nel cuore di Napoli, dove le strade affollate e i vicoli storici sono un crocevia di storie da ogni angolo d’Europa, la polizia ha messo fine alla latitanza di due fratelli rumeni, di 35 e 33 anni, accusati di un’aggressione brutale che risale al 2022. È una di quelle operazioni che, da queste parti, ci fanno riflettere su quanto il nostro territorio sia diventato un rifugio involontario per chi scappa dalla giustizia altrove, e su come la collaborazione tra le forze dell’ordine non sia solo un formalità, ma una necessità pratica per mantenere l’ordine.
Immaginate la scena: il 18 agosto 2022, a Podul Viilor in Romania, i due fratelli aggrediscono un uomo vicino a un distributore di carburante, colpendolo con un oggetto contundente alla testa e alla schiena. La vittima se la cava con ferite serie, giudicate guaribili in 60 giorni, ma l’episodio è abbastanza grave da scatenare un mandato di arresto europeo. Qui a Napoli, dove siamo abituati a vedere arrivi e partenze continue, i fuggitivi erano stati avvistati per la prima volta nel nord, a Desenzano del Garda, prima di rifugiarsi nella casa del padre a Casola – un dettaglio che, per chi conosce le dinamiche locali, fa pensare a quanto le reti familiari possano complicare le indagini, trasformando i nostri quartieri in nascondigli improvvisati.
L’operazione è stata il frutto di un lavoro congiunto tra la Squadra Mobile di Napoli e quella di Brescia, supportato dal Servizio Centrale Operativo e dal Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, con l’aiuto dell’Esperto per la Sicurezza per la Romania in Italia. È una collaborazione che, da un punto di vista locale, merita un commento critico: in una città come Napoli, dove il crimine spesso si intreccia con storie di migrazione e difficoltà economiche, queste catture dimostrano che la polizia non è solo reattiva, ma anche proattiva. Tuttavia, non posso fare a meno di chiedermi se, nel lungo termine, basti affidarsi a reti internazionali per arginare problemi che, a volte, affondano le radici nelle disuguaglianze del nostro territorio. I due fratelli, ora, dovranno scontare rispettivamente quattro e sette anni di reclusione, un esito che sottolinea quanto rapidamente la giustizia europea possa chiudere il cerchio, ma anche quanto possano essere lunghe le ombre di un crimine commesso altrove.
In fondo, qui nel Napoletano, dove ogni arresto è una piccola vittoria contro il senso di impunità, questa storia ci ricorda che la sicurezza non è mai solo un affare locale. È un avvertimento per chi pensa di poter scomparire tra le nostre strade, e un invito a riflettere su come rafforzare i legami tra comunità diverse per prevenire, anziché solo rincorrere, la violenza.
