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Cronaca

Crac Deiulemar: Mps condannata, un duro segnale per la finanza locale che ne paga il prezzo.

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Crac Deiulemar: Mps condannata, un duro segnale per la finanza locale che ne paga il prezzo.

#TorreAnnunziataVSLeBanche: La sentenza contro MPS è un segnale di speranza per i risparmiatori campani, tra ritardi della giustizia e battaglie legali #Deiulemar #GiustiziaLocale #CampaniaInLotta

Qui a Torre Annunziata, dove le storie di navi e risparmi intrecciate al mare si sono trasformate in un naufragio finanziario, il Tribunale ha segnato un altro punto a favore dei piccoli investitori colpiti dal crack Deiulemar. È una di quelle decisioni che, come un’onda lunga, rimbalza tra le strade del nostro territorio, ricordandoci quanto il sistema bancario abbia lasciato ferite profonde in Campania. Il giudice Valentina Vitulano, con la sentenza del 5 novembre 2025, ha accolto le istanze della Curatela fallimentare, condannando Banca Monte dei Paschi di Siena a un risarcimento che, pur parziale, alimenta le speranze di chi attende da anni.

Per chi vive queste dinamiche da vicino, come un cronista del posto che ha visto le proteste e le famiglie in difficoltà, questa vittoria non è solo un fatto legale: è un commento critico al modo in cui le banche hanno gestito i risparmi dei campani, spesso trattandoli come pedine in giochi più grandi. La condanna impone a MPS il pagamento di 1.591.885,28 euro, insieme a interessi, rivalutazione monetaria e spese legali, in una decisione di primo grado che potrebbe ancora essere contestata. Ma non è un caso isolato; basta guardare al precedente del 31 ottobre, dove Ubi Banca è finita KO nello stesso contesto, rafforzando l’impostazione accusatoria della Curatela e delineando un orientamento giudiziario che, finalmente, sembra pendere dalla parte dei creditori.

Il fallimento di Deiulemar rimane uno dei capitoli più bui della nostra economia locale, un labirinto di insolvenza che ha coinvolto migliaia di risparmiatori e obbligazionisti in Campania. Qui, dove la navigazione era sinonimo di tradizione e lavoro, ora si parla di debiti e responsabilità. Le azioni legali contro le banche non sono solo mosse procedurali: sono un tentativo di fare luce su chi ha contribuito al dissesto, recuperando risorse per la “massa passiva” – come la chiamano i legali – che significa, in parole semplici, ridare un po’ di fiato a chi ha perso tutto.

E proprio su questo, – come ricorda l’avvocato Lelio Mancino – la sentenza non porta un sollievo immediato, ma rafforza il potere negoziale della Curatela; alimenta la cassa delle future ripartizioni; crea un precedente utile in cause analoghe. Da locale, mi chiedo: quanto deve ancora aspettare la nostra gente prima che questi “precedenti utili” si traducano in veri ristori? È un sistema che, con i suoi tempi lenti, rischia di perpetuare l’ingiustizia, ma almeno questa traiettoria processuale offre un barlume di realismo.

Ora, con la palla che passa ai possibili appelli, la Curatela ha già fatto sapere che continuerà a battersi per i diritti dei risparmiatori, monitorando gli sviluppi e le eventuali nuove pronunce. Per i piccoli investitori di Torre Annunziata e dintorni, l’effetto combinato di queste sentenze è un segnale di fiducia, anche se il cammino è ancora lungo e tortuoso. Come chi racconta questa terra sa bene, non si tratta solo di numeri su un foglio: è la storia di una comunità che lotta per rialzarsi, sperando che la giustizia non sia solo un’àncora, ma un vero motore di cambiamento.

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