Cronaca
Coppa America regala a Napoli 690 milioni: un’opportunità economica da non sottovalutare per la città.
Napoli si tuffa nella Coppa America 2027: un evento da miliardi che potrebbe ridisegnare il futuro! #NapoliRinasce #CoppaAmerica #EconomiaLocale #BagnoliFuturo
Mentre Napoli si prepara ad accogliere la Coppa America nel 2027, l’intera città sta già immaginando un’onda di ricchezza che potrebbe sconvolgere – in meglio – il nostro tessuto economico. Da queste parti, dove il mare è da sempre parte dell’anima partenopea, le stime parlano di un impatto immediato intorno ai 690 milioni di euro, con proiezioni che potrebbero sfiorare i 1,2 miliardi nel lungo termine. E se tutto va per il verso giusto, sfruttando al massimo le infrastrutture, la rigenerazione urbana e il “legacy” di questo evento globale, potremmo persino arrivare a 2,5 miliardi. Come un napoletano doc, non posso fare a meno di pensare che questi numeri sono allettanti, ma dipendono da quanto sapremo evitare le solite trappole burocratiche che ci hanno frenato per decenni.
Questo entusiasmo si intreccerà con il dibattito al forum “Perspective Smart City”, in programma l’1 e 2 dicembre, dedicato al futuro urbano, alla rigenerazione e alla digitalizzazione. È significativo che una delle tappe principali sia Bagnoli, quell’ex area industriale che per noi locali è un simbolo di promesse non mantenute da anni, ma che ora potrebbe diventare il centro logistico per le squadre veliche internazionali. Qui, la Coppa America non è solo un evento sportivo: è una spinta per trasformare quel pezzo di costa da relitto industriale a hub di innovazione e verde pubblico. Come chi vive questi quartieri, so bene che Bagnoli rappresenta una corsa contro il tempo – una scommessa che il governo sta supportando con 1,2 miliardi di euro affidati a una struttura commissariale. L’obiettivo? Bonificare il territorio e creare parchi, poli innovativi e un waterfront rigenerato, offrendo finalmente ai cittadini uno spazio vivo e accessibile. Ma attenzione: se non gestiamo bene questa opportunità, rischia di essere l’ennesima occasione persa in una città che ha visto troppi progetti arenarsi.
Proprio Bagnoli, con i suoi echi di passato industriale, ospiterà i quartier generali e le basi operative dei team globali, trasformandola in una vera e propria vetrina mondiale. Da cronista del territorio, vedo questo come un potenziale game-changer: potrebbe accelerare la riconversione dell’area, attirando investimenti e attenzione internazionale. Eppure, non posso ignorare il realismo: quante volte abbiamo sentito parlare di rinascita per Bagnoli senza risultati tangibili? L’impatto atteso dalla Coppa America è enorme – si parla di 1,5-1,7 milioni di visitatori che porteranno una spesa turistica diretta di 370 milioni di euro, più i 100 milioni di costi organizzativi, di cui il 70% ricadrà direttamente sul nostro territorio, alimentando l’economia locale. Immaginate i bar, i ristoranti e le botteghe del centro storico che frizzano di vita nuova, o i pescatori del golfo che vedono un’opportunità nella filiera nautica.
Sul fronte del lavoro, le previsioni sono ottimistiche: circa 11.000 posti attivati, con 1.500 opportunità stabili nel turismo, nella nautica e nei servizi. Per una città come Napoli, dove la disoccupazione è una ferita aperta, questo potrebbe significare una vera iniezione di fiducia, rafforzando la nostra tradizione marittima e la capacità di ospitare eventi di livello mondiale. Ma al forum si parlerà anche di aspetti cruciali come le politiche abitative, la sicurezza urbana e le dinamiche delle metropoli che non dormono mai, mischiando lavoro, mobilità, cultura e turismo. È qui che, da locale coinvolto, mi chiedo: saremo pronti a gestire una Napoli “h24”? Potrebbe essere l’occasione per ripensare quartieri come Scampia o il lungomare, integrandoli in questa trasformazione.
La vera sfida, però, è trasformare l’euforia dell’evento in un cambiamento duraturo. I numeri sono promettenti, ma come chi conosce le pieghe di questa città, so che la partita si gioca sulla programmazione e sulla visione a lungo termine. Se sapremo navigare queste acque con intelligenza, la Coppa America non sarà solo un’onda passeggera, bensì il motore per una Napoli più inclusiva e competitiva. Altrimenti, rischiamo di restare ancorati al passato, con un evento che sfuma come tanti altri. La città merita di più, e noi, come comunità, dobbiamo esserne i timonieri.