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Cronaca

Conte avverte: “Qarabag è la sorpresa della Champions, servirà il massimo”. E dedica la vittoria a Maradona, ricordando i nostri eroi del calcio.

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Conte avverte: “Qarabag è la sorpresa della Champions, servirà il massimo”. E dedica la vittoria a Maradona, ricordando i nostri eroi del calcio.

Conte in trincea per Napoli-Qarabag: energia, omaggio a Maradona e urgenze tattiche #ForzaNapoliSempre #ChampionsLeagueVibes

A Napoli, dove il calcio è una passione viscerale che unisce strade e storie, Antonio Conte si affaccia alla sfida di Champions contro il Qarabag con la grinta di chi sa che ogni partita può fare la differenza in una stagione complicata. Il tecnico, sempre lucido e realistico, trae forza dal recente trionfo sull’Atalanta, una vittoria che ha infuso fiducia ma non ha illuso nessuno in una città che vive il calcio con intensità e, a volte, con quel misto di euforia e apprensione tipica dei partenopei.

Conte non nasconde la necessità di mantenere alta la guardia in Europa, dove gli errori si pagano cari. “Arriviamo all’appuntamento con le giuste energie”, ha dichiarato ai microfoni di Sky Sport, evidenziando come la prestazione contro l’Atalanta sia stata un buon segnale in un contesto difficile, tra infortuni e ritmi serrati. Ma per lui, e per noi che seguiamo da vicino le dinamiche del San Paolo – o meglio, del Diego Armando Maradona – non basta. Questa gara contro una Qarabag aggressiva e sorprendente, già a quota sette punti in classifica e capace di impensierire giganti come il Chelsea, richiederà uno sforzo totale. “Serviranno tante forze contro un team che gioca un calcio aggressivo e veloce, con ritmi molto intensi. Dovremo essere attenti e trovare continuità”.

E qui, nel cuore di Napoli, la partita assume un sapore ancora più profondo: cade proprio nell’anniversario della scomparsa di Diego Maradona, l’icona che ha plasmato l’identità della città. È un tema che Conte, con la sensibilità di chi conosce il territorio, non evita. “Sappiamo cosa ha rappresentato e rappresenta per Napoli. Sarebbe bello dedicargli una vittoria”. Come cronista locale, non posso fare a meno di riflettere su quanto questo legame emotivo pesi sulla squadra: i tifosi, che gridano “Maradona è Dio” dai vicoli, si aspettano non solo un risultato, ma un tributo che honoring il mito. Dall’altra parte, il Qarabag non va sottovalutato – ha qualità e stranieri di livello – e Conte lo sa bene: “C’è qualità, ci sono tanti stranieri, serve una gara totale”. È un invito alla mobilitazione generale, che riecheggia lo spirito combattivo di una Napoli sempre pronta a lottare contro le avversità.

Le difficoltà, però, non si fermano al campo. La stagione del Napoli è segnata da un’emergenza infortuni che, per chi vive qui, sembra una costante sfida alla resilienza. Conte, con quella franchezza tipica dei grandi allenatori che parlano il linguaggio della strada, ammette la frustrazione: “Non possiamo controllare chi abbiamo a disposizione. Da inizio anno continuiamo a fare di necessità virtù. Gli allenatori devono trovare soluzioni e gestire questi momenti, ma mi auguro di avere presto più scelta”. Decisioni come le sostituzioni di Hojlund e Rrahmani nell’ultima gara erano puramente tattiche – “Hojlund e Rrahmani erano scelte tecnico-tattiche, avevano speso molto. Su Gilmour e Spinazzola è meglio che parlino i medici: non sono problemi muscolari e non conosco ancora i tempi” – ma raccontano una realtà più ampia, quella di una squadra costretta a improvvisare in un campionato dove il calendario non perdona.

La mossa alla difesa a tre, ad esempio, non è una scelta stilistica, ma una reazione d’emergenza, come Conte ha chiarito in conferenza: “La svolta sulla difesa a tre è figlia dell’emergenza, non tanto per la linea dietro ma per il centrocampo a due”. Da qui, nel Sud dove il football è arte e sopravvivenza, mi chiedo quanto queste adattamenti possano durare: non è facile cambiare assetto da un giorno all’altro, e il tecnico lo ribadisce con realismo. “Non si cambia sistema così, bisogna lavorarci. Spesso le squadre difendono con un sistema e attaccano con un altro”. È un promemoria per i tifosi, che vedono in queste variazioni un riflesso delle incertezze economiche e logistiche che affliggono il calcio locale.

Infine, la situazione di Romelu Lukaku è un capitolo a sé, che evidenzia la necessità di pazienza in un ambiente come Napoli, dove ogni giocatore è sotto la lente d’ingrandimento. “Non è pronto per la Roma, ha ancora tanto da lavorare. La sua importanza è chiara sotto ogni punto di vista. Si è curato per mesi in Belgio: è una situazione da elmetto in cui tutti devono dare il contributo, chi giocando e chi sostenendo la squadra dall’interno”. Conte chiede sacrificio collettivo, e come osservatore del territorio, vedo in questo un appello allo spirito napoletano: quello di una comunità che, tra alti e bassi, sa reinventarsi per perseguire la vittoria.

In fondo, questa partita contro il Qarabag non è solo un match di Champions; è un test di carattere per un Napoli che, tra eredità leggendarie e sfide quotidiane, continua a scrivere la sua storia con passione e determinazione.

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