Seguici sui Social

Cronaca

Cassazione revoca confisca villa a Roberto Marino, presunto usuraio: un colpo che fa discutere la comunità locale.

Pubblicato

il

Cassazione revoca confisca villa a Roberto Marino, presunto usuraio: un colpo che fa discutere la comunità locale.

#ColpoDiScenaInIrpinia: La villa da sogno di Altavilla sfugge alla confisca, mentre l’usura resta una piaga locale #GiustiziaIrpina #Antiusura #Avellino

Ad Altavilla Irpina, un angolo verde della provincia di Avellino spesso dimenticato dai grandi riflettori, si consuma un nuovo capitolo di una battaglia giudiziaria che mette in luce le ombre dell’usura, un flagello che da anni corrode il tessuto sociale di queste terre. Qui, dove le famiglie lottano per arrivare a fine mese e i prestiti facili nascondono tranelli letali, la Corte di Cassazione ha ribaltato le carte in tavola, annullando la confisca di una lussuosa villa legata a un noto giro di prestiti illeciti.

La decisione della Suprema Corte – II Sezione Penale – non è solo un colpo di spugna su anni di procedimenti, ma un segnale che fa riflettere sulle maglie larghe della giustizia in casi come questi. Il ricorso, presentato dall’avvocato Dario Vannetiello, ha fatto saltare le sentenze precedenti: quella della Corte d’Appello di Napoli del 20 febbraio 2025 e quella del Tribunale di Avellino del 27 settembre 2016. Al centro, una villa valutata 600 mila euro, costruita con denaro sporco accumulato da Marino Roberto attraverso una rete di usura che ha avvelenato la vita di molte persone in Irpinia.

In questo territorio, dove l’usura non è solo un reato ma una piaga che sfrutta la disperazione di artigiani e piccoli imprenditori, è paradossale vedere come un bene così ostentato possa sfuggire al controllo dello Stato. Eppure, mentre la confisca torna al punto di partenza, non tutto è perso per la giustizia: Marino Roberto ha visto confermata la sua condanna definitiva per l’usuraio. È stato sanzionato con 4 anni e 6 mesi di reclusione per cinque episodi di usura pluriaggravata, commessi tra il 2010 e il 2013 in queste nostre zone.

Come cronista locale che conosce bene le strade di Avellino e i racconti di chi è caduto in queste trappole, non posso fare a meno di commentare: una pena che, per gli addetti ai lavori, appare mite di fronte alla gravità dei fatti. Pensateci: interessi esorbitanti, vittime messe in ginocchio e un reo recidivo che ha lucrato sulla fragilità economica della nostra comunità. È un verdetto che lascia l’amaro in bocca, quasi a sottovalutare quanto l’usura stia erodendo il tessuto produttivo dell’Irpinia, dove le piccole imprese faticano a resistere senza cadere in mani predatorie.

Ora, il dossier torna alla Corte d’Appello di Napoli, dove una nuova sezione dovrà riesaminare il caso seguendo i principi di diritto fissati dalla Cassazione. Non si tratta di una restituzione immediata, ma i coniugi Marino hanno una chance concreta di riottenere la villa, a seconda di come verranno interpretati i criteri di proporzionalità e provenienza illecita. Sarà un momento cruciale, che potrebbe segnare non solo il destino di quell’immobile, ma anche il messaggio che inviamo alle nostre comunità: l’usura paga o no? In Irpinia, dove ogni famiglia conosce qualcuno toccato da questi affari torbidi, spero che questa vicenda porti a una riflessione più profonda su come proteggere il nostro territorio da questi veleni sotterranei. La partita è ancora aperta, e noi locali continuiamo a seguire da vicino ogni mossa.

Fonte

Questo sito web non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità.
Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001.
Alcuni contenuti sono generati attraverso una combinazione di una tecnologia proprietaria di IA e la creatività di autori indipendenti.
Per contatti [email protected]