Cronaca
Campi Flegrei: Parte il piano da 1,4 miliardi per sicurezza, tra ricostruzione e prevenzione tanto attesa.
#CampiFlegreiResilienti: 1,4 miliardi dalla BEI per ricostruire e blindare il nostro territorio vulcanico
Negli scorci angusti e bellissimi dei Campi Flegrei, dove il suolo trema da anni come un tamburo antico, arriva finalmente una boccata d’ossigeno: la Banca europea per gli investimenti ha stanziato un prestito da 1,4 miliardi di euro per aiutare l’Italia a rimettere in piedi case, strade e infrastrutture martoriate dai sismi e dal bradisismo che da maggio 2024 tengono in scacco questa porzione di Campania. Come cronista locale, abituato a veder scivolare promesse nel caos burocratico, non posso fare a meno di notare come questo intervento arrivi proprio quando la pazienza dei residenti è ai minimi storici – tra crepe nei muri e evacuazioni improvvisate. È un passo avanti, certo, ma sarà sufficiente a trasformare queste terre fragili in un esempio di tenacia?
L’annuncio, che arriva direttamente dal ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare Nello Musumeci e dalla vicepresidente della BEI Gelsomina Vigliotti, segna l’avvio di un Contratto di Progetto ambizioso. La prima parte dei fondi, coprendo gli anni 2025-2026 e una fetta del 2027, verrà firmata entro la fine di quest’anno, in un’operazione che si dipana su più anni per coprire due fronti distinti: uno per le abitazioni private e l’altro per il patrimonio pubblico. Qui, nei nostri vicoli di Pozzuoli, Napoli e Bacoli, dove ogni scossa ricorda la precarietà della vita quotidiana, questo denaro potrebbe davvero fare la differenza, anche se ci chiediamo quanti ritardi amministrativi potrebbero ancora inghiottire.
Andando nel dettaglio, fino a 550 milioni di euro sono destinati a ricostruire e rinforzare gli edifici residenziali, riducendo il rischio sismico per migliaia di famiglie che hanno visto le loro case diventare trappole instabili dopo eventi come il terremoto di magnitudo 4,6 del 30 giugno 2025. Altri 850 milioni andranno a opere pubbliche e infrastrutture, puntando a restituire solidità a scuole, ospedali e vie di comunicazione che qui, nei Campi Flegrei, sono vitali per una comunità che convive con il vulcano da secoli. La gestione di tutto questo è condivisa tra il Dipartimento Casa Italia, che si occuperà del sostegno abitativo, il Dipartimento della Protezione Civile per la pianificazione dei rischi sismici e vulcanici, e il Commissario straordinario per i Campi Flegrei, focalizzato su edilizia e infrastrutture. Da locale, vedo questa collaborazione come una rara occasione di coordinamento, anche se non mancherà di sollevare polemiche su chi deciderà davvero le priorità in mezzo a tante sigle.
I lavori, programmati per concludersi entro il 2032, non si limitano a tappare buchi: mirano a un “ricostruire meglio” seguendo standard internazionali, rafforzando la resilienza complessiva del territorio contro non solo i terremoti, ma anche i cambiamenti climatici. È un approccio che, come osservatore del posto, apprezzo per il suo sguardo al futuro, ma che mi fa anche riflettere su quanti anni di trascuratezza ci abbiano portato fin qui – pensiamo solo alle case fatiscenti che da decenni aspettano interventi. Secondo la BEI, questo non è solo un cerotto sull’emergenza, bensì un investimento strutturale che potrebbe ridurre i costi statali e attirare altri fondi, diventando un modello per altre zone italiane a rischio geologico.
Non è la prima volta che la BEI interviene in Italia per questi problemi: basti pensare ai 4,75 miliardi stanziati per le aree colpite dai terremoti del Centro Italia nel 2016-2017, o al miliardo per la ricostruzione di Ischia dopo il sisma del 2017 e la frana del 2022. Queste esperienze dimostrano che, quando funziona, il meccanismo può portare risultati tangibili, ma qui nei Campi Flegrei ci auguriamo che non si ripeta il solito copione di lentezze e controversie locali.
«La firma di questo accordo è un passo fondamentale per la sicurezza dei cittadini e conferma l’attenzione del Governo per l’area flegrea», ha affermato Musumeci.
«La Bei sostiene l’Italia nel rafforzare la prevenzione e l’adattamento climatico, andando oltre la semplice riparazione dei danni», ha aggiunto Vigliotti.
In fondo, mentre osservo le nostre strade polverose e i volti segnati di chi vive qui, questo finanziamento rappresenta più di numeri su un foglio: è unachance per rendere i Campi Flegrei non solo più sicuri, ma anche un simbolo di rinascita per l’intera regione. Ora, però, sta a noi vigilare affinché promesse e fondi diventino realtà concreta.
