Cronaca
Baia si ravviva con la stazione Cumana: tecnologia 3D e statue per riscoprire il suo antico patrimonio archeologico.
#BaiaRinasce: La nuova stazione Cumana unisce storia e innovazione, ma i terremoti flegrei ci ricordano che nulla è garantito
Come cronista dei Campi Flegrei, dove ogni progresso sembra un miracolo tra antiche rovine e suolo ballerino, non posso fare a meno di vedere nella nuova stazione di Baia un simbolo di resilienza mista a frustrazione. Questa struttura non è solo un punto di arrivo per i pendolari, ma un tentativo coraggioso di intrecciare il nostro ricco passato archeologico con la tecnologia moderna, anche se le crepe del terreno continuano a minacciare tutto quanto.
Bacoli, terra di contrasti tra bellezze antiche e disagi quotidiani, celebra l’inaugurazione della stazione ferroviaria sulla linea Cumana come un ponte tra epoche diverse. Presenti all’evento il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, il sindaco di Bacoli Josi della Ragione e altre autorità locali, l’apertura segna la fine di un’era di ritardi e inizi di una potenziale rinascita per il territorio. Eppure, come chi vive qui sa bene, ogni passo avanti è segnato da anni di battaglie burocratiche e naturali.
Il progetto è stato un vero e proprio calvario durato due decenni. I lavori partono nel 2005, ma si arenano nel 2012 a causa di dispute amministrative, lasciando la zona in un limbo di promesse non mantenute. Sono serviti undici anni perché Eav, l’azienda regionale del trasporto pubblico, intervenisse per rimettere in moto il tutto a febbraio 2023. Con un investimento di 37 milioni di euro su una superficie di circa 3mila metri quadrati, come ha ricordato il presidente di Eav Umberto De Gregorio, la ripresa è arrivata solo dopo aver risolto le controversie tra il commissario governativo della Regione Campania e il concessionario. Da locale, mi chiedo quante altre opere restino bloccate nei meandri della burocrazia, ritardando lo sviluppo di comunità che meritano di più.
Quello che rende questa stazione unica non è solo la sua funzione di snodo ferroviario, ma la sua trasformazione in un vero e proprio scrigno culturale. Ogni dettaglio – dai materiali ai colori – dialoga con il paesaggio circostante, immergendo i passeggeri nella storia di Baia. Il clou è l’installazione artistica che rivive il patrimonio archeologico attraverso riproduzioni di statue antiche, realizzate con le più avanzate tecniche di stampa 3D. Queste opere, replicate da originali custoditi al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, hanno già fatto il giro del mondo: sono state esposte all’Expo di Osaka durante la mostra Fuoco e Memoria. Vulcani, storia e archeologia, nell’ambito della settimana dedicata alla Campania dal 20 al 30 luglio 2025. È un bel colpo per il nostro territorio, che spesso lotta per visibilità al di fuori dei confini regionali, ma non possiamo ignorare come questa celebrazione rischi di essere offuscata dai problemi reali che affrontiamo ogni giorno.
Non si tratta solo di una fase iniziale: i piani futuri includono una seconda tranche di lavori da 14 milioni di euro, con un sottopasso per collegare la stazione al lungomare di Baia e un raccordo con la vecchia fermata. La deadline è fissata per il 2027, e come chi conosce queste strade, spero che questa volta vengano rispettati i tempi, evitando altri slittamenti che peserebbero sulle tasche dei contribuenti e sulla pazienza dei residenti. Ma è proprio qui che entra in gioco la dura realtà flegrea: mentre celebriamo, il bradisismo e gli sciami sismici continuano a destabilizzare la linea Cumana.
L’inaugurazione arriva in un periodo di grande incertezza, con la scossa di magnitudo 4 a fine luglio che ha danneggiato la galleria di Monte Olibano e la vecchia stazione di Pozzuoli. Attualmente, il tratto da Arco Felice a Gerolomini è interrotto, sostituito da navette su gomma, e i lavori di sicurezza dovrebbero terminare entro tre mesi. La nuova stazione di Pozzuoli è prevista per luglio 2026, e intanto il raddoppio dei binari è stato completato. Tuttavia, come cronista locale, devo sottolineare quanto questo fenomeno geologico sia una spada di Damocle per l’intera area: i Campi Flegrei sono bellissimi, ma il loro suolo instabile rende ogni investimento un azzardo, costringendo a continui interventi di emergenza che drenano risorse.
In questo contesto, gli sforzi per riattivare la linea Circumflegrea nel tratto Licola-Torregaveta – interrotto da più di quindici anni – rappresentano un barlume di speranza per la rete ferroviaria flegrea. È un segnale di rilancio, certo, ma solo se affrontiamo con maggiore decisione i rischi sismici che ci definiscono. Come qualcuno che ha visto crescere queste comunità tra alti e bassi, credo che Baia meriti non solo monumenti del passato, ma un futuro stabile e accessibile. Questa stazione potrebbe essere l’inizio di un vero rinascimento, purché non ci illudiamo che il terreno sotto i nostri piedi sia sempre saldo.