Cronaca
Bagnoli accelera sul serio: addio alla colmata, parte la vera scommessa per la rinascita locale.
#BagnoliInCorsa: La Rinascita Parte da Qui, Dopo Anni di Attese Infrante
A Bagnoli, il rombo delle ruspe non è solo rumore: è il suono della speranza che finalmente si concretizza, in un quartiere che per decenni ha simboleggiato le promesse non mantenute di Napoli. Come un napoletano doc che ha visto trasformarsi questo pezzo di costa da simbolo di decadenza industriale a potenziale paradiso urbano, non posso fare a meno di riflettere su quanto questa accelerata sia arrivata tardi, ma quanto sia vitale ora. Il cantiere sta divorando i relitti del passato, e con loro, forse, anche le frustrazioni accumulate dai residenti.
Il cuore pulsante dell’area, un tempo regno di ruggine e abbandono, vede ora 200 operai al lavoro per smantellare gli ultimi fantasmi dell’era Italsider. Gli edifici dell’ex mensa e degli uffici, lasciati marcire per oltre trent’anni, sono già polvere, e l’attenzione si sposta ora alla demolizione del vecchio pontile centrale – un’operazione delicata, che lascia intatto il pontile Nord, trasformato da anni in una tranquilla passeggiata per i cittadini. Questa fase, all’interno dell’area di interesse nazionale, rispetta il cronoprogramma fissato dalla Cabina di regia del 4 agosto 2025, un segnale che, per una volta, le scadenze non sono solo parole al vento.
Il commissario straordinario e sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, ha fatto il punto in incontri chiave, dal board dell’America’s Cup alla Cabina di regia a Palazzo Chigi. “Percorso in linea, ora sprint su mare e terra”, ha dichiarato, sottolineando come il maxi-intervento sia diviso in tre blocchi principali: le opere a mare, quelle a terra sulla colmata e, a partire dal 2026, le opere ancillari per mobilità e servizi. È rassicurante sentirlo dire “Tutto procede come da programma”, ma da un locale come me, che ha assistito a innumerevoli rinvii, questo suona come un invito alla cautela – perché Bagnoli merita più che promesse, merita fatti solidi.
Sul fronte marino, l’attenzione è tutta sul nuovo bacino di calma di circa 20 ettari, essenziale non solo per ospitare le imbarcazioni dell’America’s Cup, ma anche per avviare la bonifica dei fondali, un problema ambientale irrisolto da decenni. Questa fase, affidata a un raggruppamento di imprese come Deme Rti, segue le indicazioni della sentenza del Consiglio di Stato 2025 e include un passaggio con l’Autorità Anticorruzione. Come chi vive qui, vedo in questo un’opportunità per un vero risanamento: non solo sicurezza idrodinamica, ma un passo verso la pulizia di un mare che i pescatori locali hanno sempre dovuto evitare.
Parallelamente, sulla colmata, i lavori procedono con recinzioni, demolizioni residue e risagomatura della scogliera, preparando il terreno per la Technical Base Area destinata ai team della Coppa America. Realizzato da Invitalia con Greenthesis, questo spazio temporaneo – tutto reversibile – non deve compromettere il futuro Parco urbano e il waterfront, un equilibrio che, da osservatore del territorio, giudico intelligente ma da monitorare attentamente. È un modo per integrare eventi internazionali con le esigenze locali, trasformando Bagnoli da periferia dimenticata in hub vivace.
Poi, dal 2026, arriverà la fase delle opere ancillari: il rifacimento di via Coroglio, un collegamento con via Diocleziano, un servizio di bus elettrici, una nuova fermata della Linea 2 finanziata da Rfi, e interventi su parcheggi e pontili. Questi toccheranno finalmente la viabilità, rendendo Bagnoli accessibile e connessa al resto della città – un sogno per chi, come me, ha sempre lottato con il caos quotidiano. È un pacchetto che promette di integrare il quartiere nella rete napoletana, ma mi chiedo se basterà a curare le ferite del passato.
Sul fronte ambientale, la procedura VIA è stata superata il 20 ottobre, con un piano di monitoraggio già attivo per sia le opere a mare che quelle a terra. Le scadenze sono chiare: estate 2026 per completare i lavori principali, e primavera 2027 per le opere ancillari. Con la caduta degli ultimi simboli dell’abbandono, Bagnoli si affaccia a un futuro che sembra finalmente reale, non più un miraggio. Da un cronista del territorio, è un invito a celebrare questo momento, ma con gli occhi ben aperti: dopo trent’anni di attesa, la vera sfida è trasformare questa accelerata in un’eredità duratura per la comunità.