Cronaca
Arzano, il Puc sembra un successo fasullo. Il consigliere De Rosa svela le contraddizioni sul campo.
#ArzanoSveglia: Il “Parere Positivo” sul PUC è Solo una Trappola per Ingannevoli Celebrazioni #UrbanisticaFallita #DifendiamoIlVerde
In un comune come Arzano, dove il cemento ha già inghiottito troppo spazio vitale, l’entusiasmo esagerato per un supposto via libera al Piano Urbanistico Comunale dalla Città Metropolitana suona più come un autoinganno che una vera vittoria. Come cronista locale che vive queste dinamiche giorno per giorno, vedo in questa vicenda non solo un errore burocratico, ma un simbolo di come le amministrazioni locali a volte preferiscano gli annunci roboanti alla concretezza, ignorando le esigenze reali di una comunità stanca di promesse vuote e palazzi in più.
Il consigliere Luigi De Rosa, voce critica e radicata nel territorio, smonta con fermezza questa narrazione ottimistica. “Stiamo assistendo con toni trionfalistici di un presunto “parere positivo” della Città Metropolitana sul Piano Urbanistico Comunale. Ma la verità è un’altra, e dobbiamo dirla con chiarezza: il PUC non è stato promosso. È stato bocciato tecnicamente”, dichiara, e non posso fare a meno di pensare a quante volte, qui ad Arzano, abbiamo visto simili illusioni crollare sotto il peso della realtà. De Rosa sottolinea come il documento della Città Metropolitana non sia un timbro di approvazione, bensì un avvertimento serio: il PUC, con le sue ambizioni eccessive, rischia di peggiorare la già precaria situazione urbanistica del nostro paese.
Del resto, chi vive queste strade sa bene quanto il territorio sia sovraccarico. Arzano non ha bisogno di più costruzioni, ma di spazi che respirino. “Sì, avete capito bene. Dietro le parole “parere positivo” si nasconde un documento che, nero su bianco, dice tutt’altro: Il Piano, così com’è, non è approvabile. Le osservazioni dei tecnici non sono dettagli minori, ma macigni che obbligano a una revisione radicale. Il PUC voleva portare gli standard urbanistici a 23 metri quadrati per abitante, quando la legge (DM 1444/68) ne consente al massimo 18. Questo non è un semplice errore tecnico: è una violazione di legge.” È un punto che non posso ignorare, considerando come le nostre zone periferiche siano già un labirinto di edifici che soffocano i pochi angoli verdi rimasti. Questa non è solo una questione legale, è un affronto alla quotidianità dei residenti, che sognano parchi per i bambini invece di nuove colate di calcestruzzo.
E poi c’è l’aspetto che più mi ferisce, da locale che vede come il nostro ambiente stia scomparendo: la protezione delle aree verdi. “La Città Metropolitana impone di tornare al limite corretto, bloccando l’espansione edilizia incontrollata e difendendo gli spazi verdi. È una vittoria per chi crede in una città vivibile, con parchi, orti urbani e aree pubbliche, non solo palazzi e cemento”. De Rosa ha ragione, e lo dico con la frustrazione di chi conosce l’area agricola ATS n. 35 – un gioiello periurbano che rappresenta l’ultimo baluardo contro l’urbanizzazione selvaggia. In un contesto locale dove il suolo è già esausto, trasformare quel terreno in zone edificabili sarebbe un disastro. “Il Piano prevedeva di urbanizzare l’unica zona agricola periurbana rimasta, quella dell’ATS n. 35. Una scelta assurda, in un territorio già saturo di costruzioni. La Città Metropolitana è stata chiarissima: quella previsione va cancellata o radicalmente rivista.”
Ma non finisce qui; i problemi si estendono alle basi stesse del piano. Le cartografie, che dovrebbero essere il cuore di qualsiasi progetto urbanistico, sono un caos assoluto. “Persino le cartografie del PUC sono confuse e contraddittorie: un’area risulta parcheggio in un documento e verde attrezzato in un altro; mancano fasce di rispetto, mancano ambiti territoriali fondamentali.” Come qualcuno che ha vagato per queste vie, so quanto siano importanti mappe chiare per evitare abusi e garantire uno sviluppo coerente. “È un piano incoerente, tecnicamente fragile e giuridicamente esposto.” Questa fragilità non è solo un difetto burocratico; è un rischio per il futuro della nostra comunità, esponendoci a contenziosi che potrebbero bloccare ogni progresso.
De Rosa non si ferma alle critiche: invita a un’analisi più profonda del parere della Città Metropolitana. “La nota della Città Metropolitana- prosegue- non è un via libera. È una bocciatura tecnica condizionata.” E poi chiarisce il nocciolo: “Coerenza Subordinata = Incoerenza Attuale: La Città Metropolitana ha scritto chiaramente che il PUC si riterrà coerente solo “subordinatamente al superamento dei rilievi”. Questo significa che, ad oggi, il Piano non è coerente con le strategie sovracomunali, e il parere ha l’effetto pratico di un veto tecnico sulla versione attuale.” È un avvertimento che, da osservatore locale, mi fa riflettere sulle conseguenze: se non si interviene, potremmo rimanere bloccati in un limbo burocratico. “Rischio di Stallo Permanete: Se l’Amministrazione non fa le modifiche sostanziali richieste e cerca di approvare il Piano così com’è, l’atto deliberativo sarebbe esposto a un rischio di invalidità per carenza del requisito di coerenza. Il risultato è un Piano adottato ma inoperativo, condannando la città a un prolungato stallo urbanistico”.
Ora, la responsabilità ricade sul Comune di Arzano. Come giornalista immerso in queste realtà, mi unisco alla chiamata di De Rosa per un cambio di rotta: “vogliamo continuare sulla strada del cemento, delle forzature e delle illusioni,oppure vogliamo riscrivere un piano che metta al centro ambiente, legalità e qualità della vita? Noi diciamo basta agli annunci ingannevoli.Basta alle scorciatoie.” È tempo che la nostra amministrazione ascolti la voce della gente, quella di chi combatte ogni giorno per un territorio sostenibile. “Arzano merita un PUC vero, legittimo e sostenibile — non un documento respinto travestito da successo.La verità non si cancella con la propaganda.Si affronta, con serietà e con coraggio politico”. Solo così potremo costruire un futuro che rispetti davvero le radici e le aspirazioni di Arzano.
