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Cronaca

Arresti nella gang dei ladri transfrontalieri: Catturati 5 per rapine di orologi di lusso tra Italia e Spagna, un colpo alla criminalità itinerante.

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Arresti nella gang dei ladri transfrontalieri: Catturati 5 per rapine di orologi di lusso tra Italia e Spagna, un colpo alla criminalità itinerante.

Svolta nelle rapine di orologi di lusso: Napoli colpisce la banda internazionale #CronacaNapoli #SicurezzaSulTerritorio

Napoli, città dove la bellezza millenaria convive con ombre di criminalità, sta assistendo a un importante avanzamento nelle indagini su una banda specializzata in furti di orologi di lusso, un fenomeno che da tempo infastidisce turisti e residenti benestanti. Come cronista locale, conosco bene come queste rapine non siano solo crimini isolati, ma un sintomo più ampio di un’economia sotterranea che prospera sfruttando la nostra reputazione di meta esclusiva. Eppure, è incoraggiante vedere la Squadra Mobile di Napoli, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia, fare un passo decisivo con un arresto e misure restrittive che puntano a smantellare questa rete.

L’inchiesta, condotta tra il 2019 e il 2022, ha portato alla luce un gruppo accusato di associazione per delinquere, con azioni mirate a furti con strappo e rapine di beni di alto valore, non limitate al nostro territorio. Gli investigatori hanno ricostruito come questi colpi siano avvenuti in diverse località italiane, tra cui Torino, Lucca e le affollate spiagge della riviera romagnola, oltre a città spagnole, preferendo vittime facoltose che frequentano ambienti di lusso. Come napoletano, non posso fare a meno di riflettere su quanto questo modus operandi rifletta un’organizzazione raffinata, con fughe rapide all’estero che evidenziano collegamenti transfrontalieri, un problema che rende la lotta al crimine qui ancora più complessa.

Al centro delle misure cautelarie c’è Salvatore Fiorillo junior, 42 anni, di San Giorgio a Cremano, che ora si trova in carcere. Non è solo accusato di partecipazione alle rapine, ma anche di un episodio di estorsione aggravata dal metodo mafioso, sfruttando l’influenza del clan Mallardo, un’entità storica e radicata nell’area a nord di Napoli. Questo dettaglio, per chi vive qui, è un campanello d’allarme: dimostra come le vecchie alleanze criminali continuino a intrecciare affari illeciti, erodendo la fiducia nella nostra comunità. Gli altri quattro indagati – Alessandro Ruggiero, 40 anni, di Napoli; Gennaro Fucci, 61 anni, di Napoli; e Antonio Sarnacchiaro, 37 anni, di Marcianise – sono stati invece colpiti da divieti di dimora in Campania, una misura che, seppure meno drastica, mira a spezzare i legami locali della banda.

Le indagini hanno delineato un quadro preciso: rapine fulminee, pianificate con precisione chirurgica e seguite da evasioni rapide, che mettono in evidenza la necessità di una risposta più coordinata tra forze dell’ordine e istituzioni. Come giornalista del territorio, mi chiedo quanto ancora dovremo convivere con questi episodi prima che misure preventive, come un maggiore controllo sulle zone turistiche, diventino la norma. Il Gip del Tribunale di Napoli ha accolto le richieste della DDA, emettendo queste ordinanze, ma questo è solo un tassello in una lotta più ampia contro la criminalità organizzata, che continua a pesare sul tessuto sociale di Napoli.

In una città come la nostra, dove il fascino attrae sia visitatori che predatori, questi sviluppi rappresentano un piccolo segnale di speranza, ma anche un richiamo alla vigilanza collettiva. La vera sfida ora è garantire che questi arresti non siano un’effimera vittoria, ma l’inizio di una strategia più robusta per proteggere il nostro territorio.

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