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Cronaca

Afragola, ennesima rapina armata: “Spostati o ti spariamo, stiamo rubando”, uomo crolla per lo choc

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Afragola, ennesima rapina armata: “Spostati o ti spariamo, stiamo rubando”, uomo crolla per lo choc

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Nelle periferie di Afragola, dove le strade raccontano storie di incuria e abbandono, la criminalità non è più un’ombra notturna, ma un pericolo che si manifesta sotto il sole di mezzogiorno, erodendo la già fragile normalità quotidiana. Come cronista del posto, ho visto queste zone trasformarsi da vivaci comunità in territori dove il senso di sicurezza è un lusso dimenticato, e episodi come quello del 26 novembre non fanno che confermare un declino che tutti qui temiamo ma pochi ammettono apertamente.

Immaginatevi una giornata qualunque: una coppia esce da un supermercato, carichi di buste della spesa, pronti a tornare alla routine. Ma ad Afragola, nel parcheggio della Lidl, quella routine si è spezzata in un attimo di terrore. Intorno a mezzogiorno, l’uomo ha notato movimenti strani vicino a un’auto parcheggiata. In un lampo, quello che sembrava innocuo si è rivelato una minaccia brutale: un ladro gli ha puntato una pistola dritta in faccia, con una freddezza che lascia senza fiato. “Vattene, zitto. Stiamo rubando la macchina.” Queste parole, gridate senza esitazione, hanno trasformato un semplice parcheggio in una zona di guerra urbana, sotto gli occhi di chi passava di lì.

Sconvolto, l’uomo è riuscito a rientrare nel supermercato, ma il choc ha preso il sopravvento: è crollato a terra, svenuto, davanti a clienti increduli. La moglie, in preda al panico, ha urlato aiuto tra le corsie, mentre altri presenti chiamavano d’urgenza il 118. I ladri, nel frattempo, sono scomparsi senza lasciar traccia, come se il luogo fosse un loro dominio personale, lasciando dietro di sé non solo un’auto rubata, ma un’intera comunità più esposta e vulnerabile. Come chi vive qui sa bene, questi fatti non sono isolati; sono il sintomo di una periferia lasciata a se stessa, dove la presenza delle forze dell’ordine è più un ricordo che una realtà.

La coppia, ancora segnata dall’accaduto, ha cercato sostegno contattando il deputato Francesco Emilio Borrelli di Alleanza Verdi-Sinistra, una voce familiare in queste battaglie contro l’impotenza istituzionale. “Un’aggressione armata in un orario di punta conferma che interi quartieri sono diventati zone franche per i criminali,” ha dichiarato Borrelli, catturando perfettamente il malessere che aleggia nei nostri vicoli. Lui, che da anni denuncia questa escalation, non si limita a elencare i problemi: “I cittadini vivono in una condizione costante di insicurezza, mentre bande armate si muovono indisturbate. Non è un film western: è una città lasciata senza strumenti e senza personale. Le promesse di nuove assunzioni nelle Forze dell’Ordine sono rimaste sulla carta, e gli organici non riescono nemmeno a rimpiazzare chi va in pensione.”

Le sue parole riecheggiano la frustrazione di noi locali, che assistiamo a un territorio dove i controlli scarseggiano e le risorse per la sicurezza sono solo promesse vuote. Borrelli non si ferma qui: “La sicurezza non può essere un miraggio. Serve un potenziamento urgente delle Forze dell’Ordine, serve presenza sul territorio e servono risorse reali. Non possiamo permettere che i cittadini si sentano ostaggi di chi gira con una pistola in tasca in pieno giorno.” Come giornalista radicato in questa zona, non posso fare a meno di riflettere su quanto questa vicenda rappresenti un campanello d’allarme più ampio: le nostre periferie, con le loro infrastrutture trascurate e il senso di isolamento, stanno diventando terreni fertili per chi approfitta del vuoto lasciato dalle istituzioni.

In fin dei conti, l’episodio di Afragola non è solo una notizia da prima pagina; è un invito a un dibattito urgente su come vogliamo vivere il nostro territorio. Tra il silenzio delle strade e le voci di chi chiede aiuto, è chiaro che senza interventi concreti, la paura continuerà a dominare, trasformando la quotidianità in un’incertezza costante.

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