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Cronaca

Ad Avellino sgominata la banda dei ladri di rame: un sollievo per la comunità irpina. (68 caratteri)

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Ad Avellino sgominata la banda dei ladri di rame: un sollievo per la comunità irpina. (68 caratteri)

#AvellinoSveglia: Ladri di rame beccati in flagrante, un altro colpo alla piaga del territorio irpino

In una mattinata qualunque tra le colline dell’Irpinia, i Carabinieri di Montella mettono fine a un furto che ci ricorda quanto sia vulnerabile il nostro patrimonio pubblico. È una storia di routine criminale, ma che fa riflettere su come questi episodi minino la quotidianità delle nostre comunità, dove ogni cavo rubato significa un po’ di buio in più e un sacco di grattacapi per le tasche dei contribuenti locali.

Immaginate la scena: domenica mattina, mentre il sole si alza su Nusco, una pattuglia dell’Aliquota Radiomobile nota un’auto che si muove con troppa fretta, quasi come se volesse sparire prima del caffè. I tre occupanti – un 67enne e un 46enne dalla provincia di Salerno, più un 62enne del posto, tutti con un curriculum non proprio immacolato – provano a fare marcia indietro in modo goffo, ma vengono bloccati sul nascere. Come cronista di queste parti, vi dico che non è la prima volta che vediamo questi tentativi patetici: la zona è piena di storie simili, dove i ladri pensano di essere più furbi del sistema, ma finiscono sempre per inciampare nelle nostre strade strette e conosciute.

Nel bagagliaio, i militari trovano un carico impressionante: tre quintali di cavi di rame di varia misura, strappati di fresco dall’impianto elettrico del campo sportivo comunale di San Potito Ultra, insieme a un quadro elettrico appena asportato e un kit da professionisti del crimine, tra cui un piede di porco, un seghetto, forbici e tenaglie. È materiale che grida “colpo pianificato”, e non posso fare a meno di commentare quanto questo sia sintomatico di un problema più ampio qui in Irpinia. I furti di rame non sono solo furti; sono un attacco alle infrastrutture che teniamo in piedi con fatica, in un territorio dove i fondi pubblici sono già risicati e ogni disservizio pesa doppio sulla vita delle persone.

Le verifiche rapide dell’Aliquota Operativa hanno collegato il tutto al campo sportivo, restituendo il materiale – stimato intorno ai quattromila euro – al Comune e evitando così guai peggiori per la struttura. Ma qui entra in gioco lo spirito critico: quanto dobbiamo ancora tollerare questi raid che prosciugano risorse essenziali? Per i tre, la musica è cambiata: denuncia in stato di libertà per furto aggravato e possesso ingiustificato di arnesi da scasso. E per i due salernitani, scatta il foglio di via obbligatorio, una misura che, da locale, apprezzo come un piccolo respiro per il nostro territorio, anche se so bene che questi “visitatori” spesso tornano da un’altra porta.

Ora, l’inchiesta della Procura di Avellino va avanti, cercando di smontare eventuali collegamenti con altri furti che hanno flagellato la provincia negli ultimi mesi. È probabile che questi individui fossero parte di una rete più estesa, un ingranaggio in un mercato nero del rame che, purtroppo, rende questi crimini così redditizi. Come chi vive qui, mi chiedo: quando smetteremo di essere terreno fertile per questi traffici? Ogni arresto è una vittoria, ma serve più prevenzione, più attenzione alle falle del sistema, per proteggere non solo i cavi, ma il tessuto stesso della nostra comunità irpina.

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