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Cronaca

Ad Anacapri, un giovane bracconiere colto in flagrante sul Monte Solaro: un allarme per i nostri tesori naturali. (72 caratteri)

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Ad Anacapri, un giovane bracconiere colto in flagrante sul Monte Solaro: un allarme per i nostri tesori naturali. (72 caratteri)

Bracconaggio sul Monte Solaro: un giovanissimo anacaprese sfida le leggi della natura e finisce in cella #Anacapri #ProteggiCapri #StopBracconaggio

Qui ad Anacapri, dove il nostro Monte Solaro si erge come un baluardo di bellezza incontaminata, un altro episodio di bracconaggio ci ricorda quanto fragile sia l’equilibrio tra il fascino turistico dell’isola e le tentazioni illegali che ancora aleggiano nei suoi boschi. Un 19enne del posto, già familiarmente noto ai Carabinieri per qualche scivolone giovanile, è stato colto in flagrante durante un pattugliamento di routine nelle aree verdi protette, quelle che noi locali consideriamo il cuore pulsante di Capri.

Immaginate la scena: nel tardo pomeriggio, mentre il sole inizia a calare sulla baia di Marina Grande, gli agenti della Stazione locale si imbatterono in una figura che non aveva nulla a che fare con i soliti escursionisti. Lorenzo Van Der Host, un ragazzo di qui, nato e cresciuto in questo borgo sospeso tra cielo e mare, stringeva un fucile come se fosse un accessorio quotidiano. Non una carabina qualunque, ma una doppietta calibro 12 con la matricola cancellata, un chiaro segno di un mondo sotterraneo di armi clandestine che, purtroppo, non è così raro da queste parti.

Il giovane, sorpreso con le mani nel sacco, non esitò a scappare tra la fitta vegetazione di lecci e corbezzoli, trasformando il Monte Solaro in un campo da caccia al contrario. I Carabinieri, che conoscono questi sentieri impervi come il palmo della loro mano – dopo anni a pattugliare ogni anfratto per proteggere le nostre specie rare come il Falco pellegrino e il Capriolo appenninico – non gli diedero scampo. L’inseguimento, tra scivolate su rocce antiche e balzi tra arbusti, si concluse con la resa inevitabile. “Ecco, prendetelo”, borbottò Van Der Host, consegnando l’arma con un misto di rassegnazione e quella spavalderia tipica dei ragazzi di qui che pensano di poter sempre sfuggire alle regole.

Non è una novità per lui: con precedenti per furti e vandalismi, che gli erano valsi solo un paio di richiami, ora Van Der Host ha varcato un confine pericoloso, finendo dritto nel mirino della giustizia. Dovrà rispondere di caccia di frodo in un’area come il Parco Regionale di Capri, dove ogni sparo non è solo un reato, ma un colpo al cuore del nostro ecosistema. Questa isola, con i suoi appena 10 chilometri quadrati, è un paradiso turistico minacciato da anni dal bracconaggio, e dati ufficiali del Corpo Forestale dello Stato per il 2024 parlano chiaro: oltre 50 fucili illegali sequestrati nelle zone protette della Campania, con danni ambientali che si traducono in perdite incalcolabili per la biodiversità locale.

Da chi vive qui, come me, questo episodio non sorprende del tutto, ma fa male. Il Monte Solaro, con i suoi 589 metri di altezza e quei panorami che attirano migliaia di visitatori, è più di un belvedere: è un simbolo della nostra identità, un rifugio naturale che rischia di essere eroso da comportamenti che riflettono problemi più profondi, come la mancanza di opportunità per i giovani o la tentazione di mercati neri che si insinuano nelle nostre comunità. Ora, mentre Van Der Host attende in custodia al Carcere di Napoli Poggioreale, le indagini della Procura proseguono per scavare nei suoi legami, alla ricerca di complici o reti di armi clandestine – un fenomeno che, come denuncia da tempo Legambiente, sta devastando il tessuto verde del Sud.

È un campanello d’allarme per tutti noi: se non rafforziamo la vigilanza e l’educazione ambientale, queste storie continueranno a macchiare l’anima di Capri, trasformando un gioiello del Golfo di Napoli in un campo di battaglia silente. L’isola merita di meglio, e spetta a chi la vive proteggere quel fragile equilibrio tra tradizione e rispetto per la natura.

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