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Cronaca

Abuso di mezzi della Protezione Civile per droga: 7 arresti tra Benevento e Avellino, un altro segnale di allarme locale.

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Abuso di mezzi della Protezione Civile per droga: 7 arresti tra Benevento e Avellino, un altro segnale di allarme locale.

#DrogaInProvincia: Il fuoristrada “fantasma” della Protezione Civile diventa strumento del crimine

In una terra dove le istituzioni dovrebbero essere il baluardo contro il caos, ecco che un simbolo di soccorso come un fuoristrada della Protezione Civile si trasforma in un’arma per il traffico di droga, esponendo le fragilità di una comunità che lotta contro le ombre della criminalità organizzata. Qui in Irpinia e Sannio, dove tutti si conoscono e i legami sono stretti, questa storia non è solo un fatto di cronaca, ma un campanello d’allarme su come il malaffare si annidi nelle pieghe del quotidiano, sfruttando proprio ciò che è destinato a proteggerci.

Immaginate la scena: un gruppo di individui, radicati nelle province di Benevento e Avellino, decide di eludere i controlli quotidiani fingendosi eroi in divisa. Utilizzano un fuoristrada della Protezione Civile, ormai in disuso e dimenticato, per muoversi liberamente tra i vicoli e le strade secondarie, mascherando il loro carico illecito sotto l’ombra di un’istituzione pubblica. È un trucco astuto, quasi beffardo, che mi fa riflettere su quanto sia labile il confine tra aiuto e inganno in queste zone, dove la Protezione Civile è spesso chiamata in causa per emergenze reali, come alluvioni o terremoti, e ora si vede coinvolta in un affare sporco che la riguarda solo per sbaglio.

Gli agenti della Polizia di Stato di Benevento, con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, hanno messo fine a questa farsa dopo un’indagine approfondita. “Fantasma”, ecco come è stato definito quel veicolo, che ha permesso alla banda di operare per mesi tra Napoli, l’Irpinia e il Sannio, rifornendo le piazze di spaccio con una rete ben oliata. L’operazione ha portato all’arresto di sette persone: cinque in carcere e due agli arresti domiciliari. Come cronista locale, non posso fare a meno di sottolineare quanto questo modo di agire rifletta le dinamiche del nostro territorio, dove la criminalità si adegua abilmente al contesto, sfruttando risorse abbandonate per evitare gli occhi vigili delle forze dell’ordine. È frustrante pensare che, mentre le nostre comunità affrontano problemi reali come la disoccupazione e il declino dei servizi pubblici, questi individui abbiano distorto un simbolo di solidarietà per i loro scopi.

Le indagini, guidate dagli inquirenti, hanno rivelato che il gruppo non si limitava al semplice trasporto di stupefacenti. Avevano anche messo in atto episodi di violenza intimidatoria, come minacciare una persona con un’arma e picchiarla per estorcere il pagamento di un debito. Questa escalation mostra un’organizzazione ben strutturata, con ramificazioni che si estendevano dalle strade affollate di Napoli fino ai borghi più isolati del Sannio e dell’Irpinia. Grazie all’installazione di microspie all’interno del fuoristrada “fantasma”, gli investigatori sono riusciti a intercettare incontri, consegne e persino i canali di approvvigionamento della droga. Durante le perquisizioni, supportate dalle unità cinofile e dal Reparto Volo della Questura di Napoli, sono state sequestrate partite di sostanze pronte per la distribuzione, smantellando così una rete che per anni ha avvelenato le nostre comunità.

Questa storia, purtroppo, non sorprende chi vive qui: in un territorio come il nostro, segnato da un passato di camorra e da un presente di resilienza, il crimine spesso si camuffa dietro facce familiari. Ma questi arresti rappresentano una vittoria importante, un segnale che le istituzioni stanno reagendo per preservare l’integrità delle zone interne, dove la gente merita di più che vivere nell’ombra del sospetto. Con l’operazione della DDA, si è finalmente interrotto un ciclo che ha sfruttato l’immagine di un’agenzia deputata a soccorrere i cittadini, ricordandoci che la vera protezione viene dalla vigilanza collettiva e dal non abbassare la guardia. Qui, tra le colline di Avellino e Benevento, continuiamo a sperare in un futuro più pulito, ma la lezione è chiara: il crimine non dorme mai, e nemmeno noi dovremmo.

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